pp. 240 con Tavole in b/n Formato 21x30 brossura
Ogni abitazione oggi è intesa come espressione della società che vi abita, sicché lo studio degli spazi domestici assume un ruolo rilevante nella comprensione degli aspetti economici e socio-culturali delle comunità del passato e del loro modo di vivere.
Il libro analizza le strutture abitative dei centri indigeni di Puglia e Basilicata orientale, tra il IX ed il V sec. a.C. Questo periodo è caratterizzato da un intenso fermento culturale e da una vivace dinamicità socio-economica che, dal punto di vista abitativo, si traducono in una diversificazione delle strutture domestiche: il lettore viene condotto lungo un percorso che ricostruisce la complessità di tali dinamiche di trasformazione, dalla struttura abitativa realizzata con pali lignei e tetto in materiale vegetale a quella con zoccolo in pietre e copertura di tegole e coppi, individuando la molteplicità degli aspetti in un quadro articolato in cui elementi di continuità si affiancano a fenomeni di discontinuità e di evidenti contraddizioni col passato.
L’insieme di queste considerazioni ribadisce la fluidità dei rapporti e delle influenze fra indigeni e i sopraggiunti greci, confermando come le relazioni fra i due gruppi non siano state univoche, ma improntate a una vivace e autonoma partecipazione del mondo locale, con le sue scelte, il suo spirito, la sua personale interpretazione.
Il libro introduce anche il lettore meno esperto nel mondo degli edifici domestici, da una parte trattando i metodi di ricostruzione delle abitazioni antiche, le fonti disponibili e l’interpretazione dei resti ritrovati negli scavi, dall’altra presentando le tecniche di costruzione di capanne e abitazioni in muratura, le tipologie abitative, ma soprattutto gli aspetti funzionali con cui, senza soluzione di continuità, l’abitazione costantemente interagisce (il cortile, il focolare, le fosse, il portico, le cisterne, le fonti di approvvigionamento dell’acqua), confermando il suo ruolo di living space.
L'autore
Alessandra Liseno (Bari, 1973) si è laureata in Lettere Classiche a indirizzo storico-archeologico, conseguendo poi il Diploma di Specializzazione in Archeologia Classica presso l’Università di Bari e il titolo di Dottore di Ricerca presso l’Università Federico II di Napoli.
Da vari anni collabora con la Soprintendenza Archeologica della Puglia nelle ricerche archeologiche sul territorio, integrando l’attività di scavo nei siti indigeni con lo studio dei reperti ceramici. Tra i contributi a sua firma, ricordiamo L’abitato in pianura: la campagna di scavi del 1977, in A. Ciancio (a cura di), Monte Sannace. Città dei Peuceti (Progedit, Bari 2001) e Incoronata di Metaponto: nuove considerazioni, in «Taras» ( 2006).