pp.144, brossura
Una storia d’amore tenera e forte, storia dura e inquieta di un amore che è insieme gelosa chiusura golosamente autosufficiente e inevitabile necessità di condivisione umanamente più ampia. Il protagonista (ne conosceremo il nome solo a un certo punto del racconto) viene calato in un plot sapientemente miscelato e distribuito su diversi piani narrativi, condotti con ferma mano verso una finale ricomposizione in cui, come i differenti filoni congetturali di un’inchiesta “gialla”, tutto acquista una connotazione più complessa. Elegante e misurata, la scrittura di questo romanzo aderisce perfettamente al nevrotico suo protagonista, scisso tra la volontà di trovare, dopo numerose e fallimentari esperienze sentimentali, una donna che gli assicuri una esistenza passionalmente significativa e dignitosa, e il pressante desiderio di fuggire dalla mediocre banalità e dalla prevedibilità dei ruoli sociali consolidati. Il risultato sarà un’avventura negli inquietanti territori della follia e in quelli, altrettanto micidiali, della costruzione di rapporti intersoggettivi fondati inizialmente sulla fisicità e sull’attrazione sessuale. Un viaggio complicato e contraddittorio nella teoria delle passioni in cui fuggire (e nascondersi per farsi prendere) configura una pratica del piacere come immaginazione irrequieta e avida di sé, sempre scissa tra i piani dell’attrazione chimica e del controllo razionale per non farsi travolgere.
L'autore
Antonio Caiulo è nato e vive a Brindisi dove esercita la professione di avvocato. Ha pubblicato le raccolte di racconti “Della Pioggia e del Bel Tempo” (Firenze libri, Firenze 1998) e “Retrogusto” (Il Grifo, Lecce 2000). Il primo romanzo, “Il respiro del cervo” (Giuseppe Laterza, Bari), è del 2006; segue, nel 2010, il romanzo “Da Capo Bianco a Dover” (Ellis, Bitonto). Con “Il respiro del Cervo” ha ottenuto il Premio Città di San Severo e il Premio San Mango d’Aquino.