pp.286 Gli scritti raccolti in questo volume propongono il contributo che l’economista Giovanni Carano Donvito diede al dibattito sulla questione meridionale. Sono scritti classici del meridionalismo liberale che si può dire nato con Giustino Fortunato e spento dal fascismo. E sono scritti che del meridionalismo liberale non esprimono un’ideologia, ma una pratica di indagine e conoscenza dei termini economici, sociali e politici della questione meridionale. In questa pratica, schiettamente positivista, si riconobbero tutti i Fortunato, Nitti, de Viti de Marco e naturalmente Carano; e tutti, con diverse accezioni, si dissero liberali. Allo stato ed alla borghesia meridionale essi rivolsero le loro critiche e i loro appelli, di tono e contenuti anche profondamente divergenti, ma con un comune intento di pedagogia sociale del quale però finirono per osservare l’inefficacia insieme all’incompiutezza della loro azione dinnanzi al fallimento dell’Italia liberale ed al fascismo. È seguendo questo filo conduttore che gli scritti di Carano, inclusi quelli storici,e di teoria della finanza pubblica, consentono di cogliere la matrice culturale, l’efficacia e i limiti di analisi e proposte che ebbero lo scopo di costruire su propositi di solidarietà sociale una rinnovata coscienza pubblica. Gli scritti qui pubblicati apparvero prevalentemente nelle maggiori riviste economiche del tempo. Una parte fu anche raccolta da Carano nel 1928 per la silloge voluta da Umberto Zanotti Bianco proprio per la Collezione di studi meridionali; altri si ristampano ora per la prima volta. Nell’insieme tracciano con coerenza il percorso intellettuale del loro autore negli anni che vanno dal 1900 al 1946.