DAL VIRGILIO MINORE ALLA POESIA D’OVIDIO

Fiore Tommaso
Dello stesso autore
Editore/Produttore: LACAITA
EAN: L00003739



pp. 192 L’immagine di Tommaso Fiore classicista è affidata a ragione al volume che più di 50 anni fa lo rese noto quale interprete sensibile e anticonformista delle opere virgiliane: non a caso proprio intorno a La poesia di Virgilio (Bari 1930) si è sviluppato un significativo dibattito in occasione del convegno (5-7 dicembre 1978) su Tommaso Flore e la tradizione intellettuale meridionale nel 5° anniversario della sua morte. È sembrato tuttavia opportuno, in occasione del centenario della nascita, pubblicare in questo volume alcuni scritti rari ed inediti, che possono concorrere ad una migliore definizione di Tommaso Fiore quale cultore del mondo classico. In alcuni passi di questi classici come nei Tristia di Ovidio, il Fiore scorge poesia un po’ dovunque forse perché nell’esilio d’Ovidio egli vide riflessa la sua stessa esperienza dolorosamente vissuta all’epoca del confino a cui l’obbligò lo stato fascista. Si ha la netta impressione che nella lettura dei Tristia Fiore abbia impegnato non solo la sua sensibilità di critico ma anche i suoi ricordi e le sue esperienze di vita. Forse è proprio in questo trasfondere tutto se stesso, con la sua humanitas, nella lettura dei testi antichi che deriva per noi la sua più grande lezione. È certamente lecito dissentire dalla sua rigida impostazione crociana, che è il frutto dei tempi e in quanto tale appartiene ormai al passato: se, però, prescindiamo dalle nostre scelte metodologiche e ci accostiamo ai suoi scritti col rispetto che comunque merita ogni metodo critico, non possiamo restare indifferenti né di fronte al suo gusto ne di fronte alla sua coerenza: la coerenza negli studi, non disgiunta da una semplice e schiva dignità, in cui riconosciamo un legame indissolubile con la coerenza nella vita.

Condividi
€ 10,00
Disponibilità: NON DISPONIBILE

pp. 192 L’immagine di Tommaso Fiore classicista è affidata a ragione al volume che più di 50 anni fa lo rese noto quale interprete sensibile e anticonformista delle opere virgiliane: non a caso proprio intorno a La poesia di Virgilio (Bari 1930) si è sviluppato un significativo dibattito in occasione del convegno (5-7 dicembre 1978) su Tommaso Flore e la tradizione intellettuale meridionale nel 5° anniversario della sua morte. È sembrato tuttavia opportuno, in occasione del centenario della nascita, pubblicare in questo volume alcuni scritti rari ed inediti, che possono concorrere ad una migliore definizione di Tommaso Fiore quale cultore del mondo classico. In alcuni passi di questi classici come nei Tristia di Ovidio, il Fiore scorge poesia un po’ dovunque forse perché nell’esilio d’Ovidio egli vide riflessa la sua stessa esperienza dolorosamente vissuta all’epoca del confino a cui l’obbligò lo stato fascista. Si ha la netta impressione che nella lettura dei Tristia Fiore abbia impegnato non solo la sua sensibilità di critico ma anche i suoi ricordi e le sue esperienze di vita. Forse è proprio in questo trasfondere tutto se stesso, con la sua humanitas, nella lettura dei testi antichi che deriva per noi la sua più grande lezione. È certamente lecito dissentire dalla sua rigida impostazione crociana, che è il frutto dei tempi e in quanto tale appartiene ormai al passato: se, però, prescindiamo dalle nostre scelte metodologiche e ci accostiamo ai suoi scritti col rispetto che comunque merita ogni metodo critico, non possiamo restare indifferenti né di fronte al suo gusto ne di fronte alla sua coerenza: la coerenza negli studi, non disgiunta da una semplice e schiva dignità, in cui riconosciamo un legame indissolubile con la coerenza nella vita.
Dettagli
DatiDescrizione
EANL00003739
AutoreFiore Tommaso
EditoreLACAITA
Data pubblicazione02/01/2019
CategoriaPoesia
Solo gli utenti registrati possono scrivere recensioni