ristampa del 1963
pp.320, brossura
Tommaso Fiore (Altamura 1884 – Bari 1973). Umanista, scrittore e critico fu una delle figure più significative del meridionalismo democratico e socialista. Laureatosi in Lettere a Pisa partecipò alla Prima guerra mondiale e fu tra i protagonisti del movimento dei combattenti in provincia di Bari. Sindaco di Altamura nel 1920, collaborò all’”Unità” di Salvemini, alla “Rivoluzione Liberale” di Gobetti ed al “Quarto Stato” di Nenni e Rosselli. Nel 1930 pubblicò La Poesia di Virgilio, premiato all’Accademia lombarda di scienze e lettere. Fondatore del movimento liberal socialista per l’intensa propaganda antifascista fu arrestato ed inviato al confino nel 1942; finì di nuovo in carcere nel 1943 tre mesi prima della caduta del regime. In quegli anni tradusse di Bertrand Russell, L’educazione dei nostri figli (1934), di Tommaso Moro, Utopia (1942), di Erasmo, Elogio della pazzia (1943). Nel gennaio del 1944 fu tra i protagonisti del Congresso di Bari dei CLN. Dopo l’esperienza nel Partito d’Azione si iscrisse al PSI e collaborò a riviste e quotidiani nazionali tra cui “Il Ponte”, “Cronache Meridionali”, l’“Avanti!” e “Paese Sera”.
Le sue opere più note sono Un popolo di formiche (Laterza 1952, premio Viareggio) e Il Cafone all’inferno (Einaudi 1956).
Per l’editore Lacaita ha pubblicato: Quaderni di Protesta Laica (1948); Nascita di uomini democratici – insieme con le autobiografie politiche di Luigi Russo, Gabriele Pepe ed Emilio Lussu - (1958); Incendio al municipio – a cura di Vittore Fiore, prefazione di Gaetano Arfè – (1967) e Formiconi di Puglia. Vita e cultura in Puglia, 1900-1945 (1963).
“Per tornare a noi formiche noi siamo, formiche ci sentiamo, o poco più su, formiconi di Puglia. Ma neppure questo termine l’ho inventato io. Un giorno che c’era stato un comizio nella capitale dei contadini, Andria (aveva parlato Peppino Di Vittorio, con quella umanità che lui solo sentiva) dopo, si andò alla Camera del lavoro e lì ridevano i contadini accennando a me: – È quello delle formiche – E poi additarono l’oratore e gli altri della presidenza: – Quelli sono i re delle formiche – diceva uno, e un altro soggiunse: – Sono formiconi”.
(Tommaso Fiore)
Chi sono i ‘formiconi’? “Sono gli intellettuali che con coerenza efficace gettarono in Puglia le fondamenta di una società moderna, aperta a forme di vita democratica. Sono De Viti De Marco, Salvemini, Modugno, Lucarelli, Carano-Donvito, Fraccacreta, che contribuirono attraverso la loro fedeltà al rinnovamento del Sud, a mutare la realtà circostante”.