pp.254, brossura con foto a b/n
Gli studi sul Piano Marshall e sulla Ricostruzione in Italia sono assai carenti di indagini sul piano territoriale, che consentano verifiche utili sui percorsi e sugli esiti che l’aiuto americano nel dopoguerra realizzò. Carenza, questa, che appare più significativa nello studio della vicenda del Mezzogiorno, consegnato spesso ad opposte interpretazioni di tipo politico-ideologico.
Questo lavoro si è proposto di indagare sulla complessa storia della Puglia tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta, come parte non solo della vicenda meridionale e nazionale, ma come campione significativo ed interno a più vasti processi di ricostruzione internazionale. Non si comprendono infatti iniziative qualificanti - ed al centro del dibattito politico del tempo e storiografico successivo -, quali la Riforma agraria e la Cassa per il Mezzogiorno, se non se ne opera una collocazione all’interno degli articolati percorsi dell’aiuto americano verso l’Italia e l’Europa.
E quest’aiuto presenta una lunga gestazione, che l’autrice si impegna a ricostruire, sin dal 1944, quando le prime missioni economiche italiane sbarcano negli Usa, trovando iniziale disinteresse e freddezza. Con attenzione al dato socio-antropologico, rappresentato dagli antichi legami di sangue fra gli italiani d’America e gli italiani, la storia dell’aiuto americano viene ripercorsa nei momenti qualificanti del viaggio di De Gasperi negli Usa (gennaio 1947) e nella iniziativa del “Treno dell’Amicizia”, che fra la metà del 1947 e l’inizio del 1948 avrebbe portato in Italia e nel Mezzogiorno la solidarietà privata del popolo statunitense.
Premesse, queste, del più ampio progetto d’intervento, conosciuto come Piano Marshall, che gli Usa avrebbero definito e dispiegato nel quinquennio 1948-52, nella dimensione italiana ed europea.
I dati quantitativi del Piano, rispetto al Mezzogiorno e alla Puglia, sono di difficile individuazione, ma, attraverso un attento e capillare esame delle fonti a disposizione, l’autrice enuclea una buona messe di informazioni, che consentono una prima, sufficientemente fondata, valutazione sugli effetti del Piano Marshall in Puglia. Effetti, nel complesso, ritenuti molto significativi, per la ragione che l’aiuto americano, soprattutto attraverso gli interventi finanziari dal Fondo-lire, si rivelò decisivo per la realizzazione dei progetti di ricostruzione meridionale e pugliese, proposti dai tecnici dell’Iri, della Banca d’Italia e della Svimez, incentrati soprattutto sul potenziamento delle infrastrutture e sulla collegata lotta alla disoccupazione. In una Puglia che nei suoi principali gangli produttivi, come Bari, Taranto e Foggia, aveva subito notevoli distruzioni, e che nel settore economico primario aveva visto il crollo della produzione, l’intervento del Piano Marshall appare molto importante e probabilmente decisivo per la ripresa economica e sociale. È, questa, una constatazione che i principali osservatori del tempo formulavano, nella intensa pubblicistica sull’Erp e la Ricostruzione, che un importante organo di stampa, come la “Gazzetta del Mezzogiorno”, quotidianamente offriva in quegli anni.
Questo lavoro, quindi, rappresenta un primo, significativo avvio per una ricostruzione fondata della vicenda pugliese e meridionale del dopoguerra, finalmente affrancata da antiche opzioni ideologiche.