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La veemente descrizione della vasta piaga petrolchimica nei territori italiani, la deriva degli operai e delle rispettive famiglie, le mutilazioni affettive connesse all'inalazione del cloruro di vinile monomero, i viaggi della speranza, l'ignominia, i pensieri notturni, i trepidi atti diurni, le emarginazioni, le vessazioni sugli operai alimentate da una ritrosia culturale, la natura ridotta a una carcassa di molosso. Questo il contenuto di un'opera filmica sperimentale sia a livello testuale che strutturale, costituita da un'orazione reggente, da intercalazioni documentaristiche e da provocazioni scenografiche. La caustica concezione di una denuncia radicata nei canoni dell'odierno teatro civico che rasenta i livelli del macabro per giungere nelle viscere delle coscienze.
GIUSEPPE CRISTALDI (1983) vive e lavora a Parabita (Le). Dopo la sua prima opera "Storia di un metronomo capovolto" torna al pubblico con Un rumore di gabbiani in cui traspare tutta la sua sensibilità verso problematiche di carattere civile.
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