pp.199, brossura
Kamal è un ragazzetto orfano del Nepal, naufrago nella miseria eppure appartenente all’alta casta dei Newari, la casta egemone a Kathmandu, culla floreale dell’omertà. Innamorato della divinità danzante Shiva, il cui nome egli pronuncia per allontanare la paura, tra lo sciacquarsi nelle pozzanghere e le meditazioni del nonno sciamano. Come tutti i ragazzetti alla sua età, carezza il sogno di una vita, ma a differenza loro sacrifica il suo corpo per realizzarlo, in particolare il suo rene che egli decide di svendere consegnandosi al mercato del traffico di organi dall’Europa a Calcutta, passando appunto per Kathmandu. Una tragedia perenne questa, che appare in frattura con la diffusa spiritualità d’Oriente; una dualità spirito/macelleria che si ripete in tutto quanto lo sfogo del ragazzo.
E’ un racconto straziante, un folto di verità nascoste, che Kamal vomita attraverso il connubio artistico nato dalla voce dello scrittore Giuseppe Cristaldi e dalle alchimie sonore del musicista Donatello Pisanello. Un vomito silente che scorre nel cinismo dei turisti a spasso sui risciò, nelle mani dei medici collusi con le organizzazioni dedite alla mercificazione delle vite, nella violenza e nello schiavismo perpetrati sui minori. Un vomito che rifluisce intorno ai bordi della vergogna e della rabbia, in cui a sopravvivere resta solo il sentimento improvviso della pietà come una reincarnazione nel futuro.