pp.210, brossura, 2a edizione riveduta e ampliata
Il romanzo ambientato tra gli anni ’70 e ’80, narra l’educazione politica, esistenziale, affettiva di Antonio Gardini, un giovane operaio di fabbrica alle prese sin dall’infanzia con una personale lotta contro le ingiustizie sociali e morali della sua terra e della condizione umana. Dotato di sensibilità d’animo, profondità di vedute, spirito ribelle, generosità, coraggio, Antonio Gardini si troverà a tentare di incastrare in una visione del mondo unitaria una miriade di ‘fatti’ ed ‘eventi’ dolorosi che si dimostreranno refrattari ad essere contenuti e risolti in una lettura radicale e coerente.
L’epilogo tragico della storia dimostra l’impossibilità dell’idealismo ideologico del protagonista a correggere il male, che quasi ontologicamente insiste sul mondo; sullo sfondo della tragedia si inscena il complesso, carnale, biologico, strettissimo e irrisolvibile rapporto che lega lo stesso Antonio con la madre, figura dolente e tipica di un certo genere di ‘donna meridionale’. Ma Storia di un metronomo capovolto è anche la storia di un’amicizia radicale ed eroica tra Antonio Gardini e Marco Fassi, giovane rampollo di una famiglia borghese ed agiata, che troverà nell’altro (povero in canna, operaio, con un’istruzione ‘normale’ inferiore) un vero e proprio maestro di vita, tanto da essere condotto, infine, a riconoscere come ‘falsa’, ‘finzionale’, priva di passione, la ‘forma di esistenza’ del proprio ceto di appartenenza.
Il tutto si svolge sullo sfondo di una Messina bollente e caotica, angustiata da problematiche edilizie, mafiose, ambientali, economiche e politiche.
Nota di FRANCO BATTIATO
Una solida struttura narrativa sostiene questo sorprendente libro. Il racconto, ambientato a Messina, è costellato puntillisticamente (in senso muiscale) da ardite sentenze.
Mirabile la descrizione del suicidio del protagonista Antonio Gardini.
Leggere per credere.