pp.443, brossura Ahmet Sabo torna a casa dopo otto anni di guerra nelle paludi del Dnestr, portando con sé lo strazio, le cicatrici, le voci e i volti dei compagni morti, che affiorano alla memoria come fantasmi per poi sprofondare nuovamente nelle acque melmose di Hocin. Ma a Sarajevo la guerra non è finita. Allunga la sua ombra sulle case distrutte, sulle famiglie sterminate dalla peste, sui corpi senza nome sepolti non si sa dove. Incombe nelle relazioni umane, sospese tra circospezione e sospetto, inganno e vendetta. E la violenza delle armi si tramuta in violenza del potere. Un potere cieco, arrogante, avido, sprezzante della legge e della morale che trova la sua concretizzazione nella Fortezza, lugubre edificio nella cui ombra si decidono le sorti degli oppositori, ridotti al silenzio e piegati dal terrore. Scritto nel 1970, "La fortezza" restituisce al lettore le cupe atmosfere della Sarajevo del XVIII secolo, al tempo delle guerre turco-russe. Una città crocevia di popoli e destini, osservata fin nelle sue pieghe più oscure e raccontata da una voce fuori dal coro. Introduzione di Predrag Matvejevic.