pp.100 Nella Vita inconoscibile la parola si fa scarna, essenziale, semplice, nuda. Come l’anima che non ha bisogno di coprirsi per farsi bella. L’anima è. Non diventa. L’anima sa la verità, non la ricerca. E l’anima del poeta è la sua poesia. Perciò questa è semplice. Non nasce dalla turbolenza dell’eccitazione, ma dal torpore di un’anima incantata. Di qui il frammento e il poema / due facce / della stessa verità. Di qui la stasi e il mutamento e il correre del poeta con l’anima comeuna lepre / in fuga / dai cacciatori. Splendida similitudine che disvela e rivela finalmente il senso della nostra evoluzione esponenziale nel tempo, che pure ci appare immobile. Il senso stesso della vita. Se la vita ha un senso. (dall’Introduzione di Angela De Leo) DANIELE GIANCANE insegna ‘Storia della letteratura per l’infanzia’ e ‘Teatro d’animazione’ presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bari. Scrive su quotidiani («La Gazzetta del Mezzogiorno») e su riviste, dirige la rivista letteraria «La Vallisa», ha ottenuto la cittadinanza onoraria dalla città di Nis (Serbia) e il prestigioso premio Vuk (Belgrado, 2001) per l’opera di collegamento ventennale fra cultura italiana e cultura serba. È citato nella Enciclopedia La civiltà letteraria in Italia a cura di Giorgio Barberi Squarotti (ed.Utet) e in svariate antologie e studi sulla poesia in Italia. Suoi scritti sono stati pubblicati in Serbia, Montenegro, Spagna, India, Canada, Malta, Cile, Albania, Slovenia. Autore di numerose opere di saggistica, critica letteraria, pedagogia, ha iniziato il suo percorso poetico nel lontano 1969 con Vedere e non vedere, prefazione di Tommaso Fiore, cui sono seguiti molti libri. Tra gli ultimi Storie dell’uomo interiore e Diario dell’anima che, con il presente La vita inconoscibile costituiscono una trilogia ideale, un itinerario di meditazione sulla poesia stessa e sul rapporto fra il sé e il mondo.
