pp.168, brossura Il commissario Kruger, atipica figura di poliziotto, oppresso da problemi esistenziali e in cerca di ironia e leggerezza per ragioni di sopravvivenza, è alle prese con un caso che lo obbligherà a un logorante sforzo di razionalità. Si ritroverà a sbrogliare una difficile matassa a causa d’un morto, per giunta straniero, e due probabili assassini. Dal primo impatto con la vittima, un uomo raffinato, ritrovato cadavere nella elegante pensione Liszt, il commissario ricava l’impressione di un omicidio asettico dove la morte si percepisce appena. In breve però la situazione cambia in modo radicale rivelando losche implicazioni di banche e società finanziarie dedite al riciclaggio di denaro sporco con l’appoggio di funzionari appartenenti ai Servizi e di politici. Kruger si sente oppresso da quell’atmosfera di disfacimento, dalla situazione emblematica di una città, Budapest, forse la vera protagonista del romanzo, che fa da cornice alla storia. Una storia complicata che finisce, in alcuni sordidi aspetti, col coinvolgere il commissario a livello familiare, toccandolo negli affetti più intimi. Kruger tuttavia non è uomo da arrendersi facilmente