pp.216, brossura 21x22 - illustrato colori e b/n
«Entravo nelle case, spiegavo il mio lavoro, chiedevo le foto. Venivo ascoltata con diffidente attenzione, poi le foto arrivavano e insieme alle foto i racconti. Talvolta erano poche immagini sparse, a volte interi album: le poggiavo su una sedia in cortile o alla luce di una finestra o su una loggia. Fotografavo con una piccola Fuji».
Queste pagine ricompongono, con indagine paziente e accurata documentazione, vent’anni di storia del Salento all’interno della più grande storia nazionale e internazionale. Dal tormentato primo dopoguerra alla violenza del nascente regime fascista, dalle diverse fasi della dittatura fino alle drammatiche vicende della guerra: gli scatti qui raccolti – supportati da documenti inediti privati e d’archivio, testimonianze orali, estratti della stampa dell’epoca – aprono uno sguardo vivido e partecipe sull’enormità della tragedia che accomunò milioni di esseri umani.
Tra analogie e ricorsi, l’incontro tra micro e macrostoria non soverchia gli avvenimenti locali; cerca piuttosto di valorizzarne le specificità, inserendoli in una cornice più ampia. La ricostruzione fotografica dà volto a uomini e donne e contesto visivo a fatti e passaggi storici già ampiamente approfonditi, e ad altri trascurati per lungo tempo e soltanto di recente indagati dalla storiografia. Come in un mosaico, i cui tasselli non sono che frammenti, così in queste tracce, pensate e colte in una visione d’insieme, è possibile individuare nessi significativi, momenti di passato decifrabili.
Emerge innanzitutto la conferma delle durissime condizioni di vita e di lavoro dei ceti poveri del sud, contadini, artigiani, operai; di un paese oppresso dall’arretratezza, dal provincialismo, da una classe dirigente corrotta e incapace. Un paese che la dittatura ha privato delle sue più vive energie intellettuali; che dal regime si lascia vessare e intorpidire, illudere e lusingare, tanto che a lungo faticherà a elaborare una maturità democratica.
Si delinea, allo stesso tempo, la persistente opposizione che attraversa il Ventennio. Le testimonianze di soldati e lavoratori, bambini e donne, sindacalisti e politici, intellettuali e giornalisti; il loro destino di maltrattati, arrestati, assassinati, espulsi, deportati tracciano i segni di una dissidenza, una resistenza che – pur esprimendosi in forme diverse e non sempre consapevoli, spesso separate e solitarie – appaiono allo sguardo storico unite, non tanto nell’intento comune di opporsi al regime, quanto nel farsi controcanto al progetto perseguito dal fascismo.
È così che il filo conduttore di questa ricerca è infine coinciso con il suo obiettivo: restituire a noi e conservare per le generazioni future gli eventi e i vissuti che più profondamente hanno segnato la nostra comunità, delineare il contesto socioculturale che li ha prodotti, segnare una tappa nel processo di costruzione della memoria collettiva.