pp.86 Raccontare storie per riscattare la bellezza del nostro vivere quotidiano, per osservarlo con gli occhi dei grandi affabulatori, capaci di cogliere qualcosa di unico anche nelle storie più comuni: è quanto accade in questa raccolta di racconti ad opera di Alfredo Romano. Dal Salento alla provincia viterbese, tra l’euforia delle feste popolari e i sapori della cucina tradizionale, fra i ricordi di scuola, gli uliveti d’argento, le vigne e la raccolta del tabacco, un mosaico di storie che vengono fuori da un tempo sospeso, come le bambole dai comò delle nostre madri. In chiusura del volume una chicca: il racconto-reportage Un salentino sulle tracce di Cesare Pavese, frutto del viaggio che l’autore ha compiuto nel maggio del 1976 alla ricerca dei luoghi e dei personaggi pavesiani. In particolare, nel racconto si parla dell’incontro con Pinolo Scaglione, il Nuto del romanzo La luna e i falò, il quale offre una testimonianza sull’uomo Pavese, visto non attraverso gli occhi dei critici ma attraverso quelli dell’amico più caro. Alfredo Romano è nato a Collemeto (Lecce) nel 1949. Vive a Civita Castellana, nel Viterbese, dove ha diretto la biblioteca comunale per quarant’anni, fino al 2010. Fra le opere di cui è autore ricordiamo: Salento tra mito e realtà. Canti e monologhi in dialetto salentino (1993), Ci sono notti che io (1994) e Cantavamo Contessa (1998). Per Besa editrice ha già pubblicato Tradizioni popolari e storie di vita nel Salento (2005) e Amneris che morì di poesia (2006), mentre per Negroamaro nel 2011 sono usciti Piccoli seminaristi crescono e Lu Nanni Orcu e altri racconti salentini.