Poesie scelte 1990-2007

Hajdari Gezim
Dello stesso autore
Editore/Produttore: CONTROLUCE
EAN: 9788862800174



pp.320, brossura 14x21

Le pagine più belle di un grande poeta di oggi finalmente in un unico libro
 
 
“Gëzim Hajdari, con la sua opera sta universalizzando l’essere stesso del migrante. La precarietà, la solitudine, l’emarginazione come situazione della migrazione individuale è il canto che si sprigiona dalla poesia del poeta di origine albanese. Dante aveva universalizzato la pur reale condizione della lontananza dalla sua patria, trasfigurandola come lontananza del singolo dalla gloria e dalla salvezza eterna, dal Paradiso; Gëzim Hajdari ha universalizzato, invece, la necessità dell’abbandono e della lontananza da qualcosa di prettamente terreno. In Dante l’esilio, l’attaccamento alla patria terrestre, viene scavalcato dalla vita eterna; in Hajdari, l’esilio conduce al superamento di ogni legame con un territorio terrestre lasciando l’uomo senza altro territorio se non il proprio corpo. È la condizione dell’orfano perenne che deve contare sulle proprie forze per sopravvivere, senza alcuna adozione. Il paragone con Dante potrebbe sembrare eclatante, ma a quanto mi è dato di conoscere, difficilmente nella storia italiana o addirittura nella letteratura mondiale, è rintracciabile un poeta capace di universalizzare la situazione dell’esilio e dello spaesamento così come avviene in Hajdari”.
Raffaele Taddeo
 
 
Gëzim Hajdari è autore di numerose raccolte poetiche e di libri di viaggio. La sua attività letteraria si svolge all’insegna del bilinguismo, in albanese e italiano. Ha pubblicato: Erbamara, Antologia della pioggia, Ombra di cane, Sassi controvento, Corpo presente, Stigmate, Spine nere, San Pedro Cutud: Viaggio negli inferi del tropico, Maldiluna, Poema dell’esilio, Muzungu: Diario in nero, Peligòrga.
Dal 1992 vive come esule in Italia.

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€ 18,00
Disponibilità: NON DISPONIBILE

pp.320, brossura 14x21

Le pagine più belle di un grande poeta di oggi finalmente in un unico libro
 
 
“Gëzim Hajdari, con la sua opera sta universalizzando l’essere stesso del migrante. La precarietà, la solitudine, l’emarginazione come situazione della migrazione individuale è il canto che si sprigiona dalla poesia del poeta di origine albanese. Dante aveva universalizzato la pur reale condizione della lontananza dalla sua patria, trasfigurandola come lontananza del singolo dalla gloria e dalla salvezza eterna, dal Paradiso; Gëzim Hajdari ha universalizzato, invece, la necessità dell’abbandono e della lontananza da qualcosa di prettamente terreno. In Dante l’esilio, l’attaccamento alla patria terrestre, viene scavalcato dalla vita eterna; in Hajdari, l’esilio conduce al superamento di ogni legame con un territorio terrestre lasciando l’uomo senza altro territorio se non il proprio corpo. È la condizione dell’orfano perenne che deve contare sulle proprie forze per sopravvivere, senza alcuna adozione. Il paragone con Dante potrebbe sembrare eclatante, ma a quanto mi è dato di conoscere, difficilmente nella storia italiana o addirittura nella letteratura mondiale, è rintracciabile un poeta capace di universalizzare la situazione dell’esilio e dello spaesamento così come avviene in Hajdari”.
Raffaele Taddeo
 
 
Gëzim Hajdari è autore di numerose raccolte poetiche e di libri di viaggio. La sua attività letteraria si svolge all’insegna del bilinguismo, in albanese e italiano. Ha pubblicato: Erbamara, Antologia della pioggia, Ombra di cane, Sassi controvento, Corpo presente, Stigmate, Spine nere, San Pedro Cutud: Viaggio negli inferi del tropico, Maldiluna, Poema dell’esilio, Muzungu: Diario in nero, Peligòrga.
Dal 1992 vive come esule in Italia.
Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788862800174
AutoreHajdari Gezim
EditoreCONTROLUCE
Data pubblicazione2008/09
CategoriaPoesia
Pagine314
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