pp. 130 - Nemo propheta in patria: nessuno è profeta nella sua patria, anzi succede spesso che chi ha ben meritato sia trascurato o dimenticato, se non addirittura obliato proprio dai suoi concittadini. E’ il caso di Evangelista Menga di Copertino, ingegnere e progettista di alcune fortificazioni, tra le quali i castelli di Copertino, di Mola di Bari e di Barletta, concepiti e costruiti in base a nuovi canoni imposti dalle armi da fuoco e dall’utilizzo dei cannoni durante le battaglie. Ma se il castello di Copertino nel tempo non ha subito lunghi assedi o attacchi militari di una certa rilevanza tali da mettere a dura prova le strutture difensive, altre fortezze, progettate dallo stesso Menga, hanno resistito e offerto protezione durante uno degli assedi più cruenti della storia dello scontro tra l’Islam e la Cristianità: l’assedio di Malta nel 1565. La scoperta nella Biblioteca nazionale di Malta a Valletta di un documento che attesta la presenza di Evangelista Menga a Malta durante l’assedio dei Turchi di Solimano il Magnifico ha dato l’occasione a Lucio Maiorano di approfondire l’argomento e di inquadrare il Menga nella giusta ottica per una rivalutazione storica, qualora ce ne fosse bisogno, e per l’attribuzione di un adeguato riconoscimento da parte dei copertinesi. Il Maiorano con il suo libro "Evangelista Menga, dal castello di Copertino al grande assedio di Malta" (Adriatica Editrice Salentina, Lecce) descrive epicamente l’impari battaglia tra i cavalieri di Malta e i Maltesi guidati da Jean Parissot de la Vallette, e i musulmani guidati dall’ammiraglio Piali, da Mustafà Pascià, comandante dell’esercito, e dal re di Tripoli, il pirata Draguto. E’ in quest’occasione, come attesta il documento, che il Menga non solo diede prova della sua perizia di architetto, ma del suo valore di soldato, combattendo in prima persona contro il nemico e meritando uno stipendio di trecento scudi per tutta la vita per aver "faticato non risparmiando alcun rischio e pericolo nell’assedio".