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È già tramonto. Un tramonto di un sole rosso arancio che cattura gli sguardi e li proietta sopra un orizzonte, che sembra a portata di mano, ma non lo è. È l’orizzonte del Paese abbandonato, della scelta dell’Occidente e dei suoi miraggi. È una linea lontana che tiene per mano migliaia di sagome esili e nere, ma oggi è soprattutto un grande tunnel senza uscita, in cui si frantumano i sogni sotto la terra arida e bollente dell’agosto di un Sud del mondo. Ma quel sogno non si spegnerà con la morte di Jerry e anzi in tanti, bianchi e neri, raccoglieranno il testimone ideale del suo insegnamento e quel sogno diverrà contagioso e segnerà le coscienze di larga parte dell’opinione pubblica in Italia e in Europa. È un sogno che vola alto ancor oggi, quello di Jerry Masslo, a perenne ammonimento sulle nostre deboli ed equivoche coscienze. Vola alto come un’aquila che scivola immobile tra i monti e i suoi silenzi con la sua potenza e la sua lungimiranza, mentre la politica starnazza e tenta di levarsi in cielo, naufragando però su se stessa.