pp.220, brossura - Il cammino verso l'Unificazione visto dal tacco d'Italia.
Mentre la clessidra corre verso il 150° dell'Unità d'Italia, torno a cimentarmi con le vicende del nostro Risorgimento; m'incalza forte l'idea che i sacrifici, le sofferenze, le detenzioni subite dai nostri patrioti per oltre 60 anni, dal 1799 al 1861, per quanto riguarda noi salentini, non meritino di restare sommersi nella spazzatura storiografica della propaganda sabauda e leghista, che tentano ancora oggi di giustificare e prolungare le prepotenze inflitte agli italiani del Sud dal 1861 in avanti. Penso che un Mezzogiorno ancora sveglio e pensoso del proprio passato e del proprio futuro, abbia il diritto di conoscere la verità (politica, culturale, economica) mentre gli si tendono nuove sottili trappole, mediante un federalismo mascherato e rabbiosamente egoistico, privo di qualsiasi solidarietà, teso, come ieri e sempre, a scarnificare lo stivale per lasciare gli ossi proprio a chi è più debole e avrebbe più bisogno della solidarietà nazionale (...)
Chi pur ingenuamente crede ancora nel valore della piccola e specialmente della grande patria, non può starsene al riparo di protettive retrovie, ma deve uscirne per educare i giovani, per impedire con un racconto onesto e verace il nefasto ulteriore sedimentarsi della menzogna e dell'oblio, perenni e subdoli nemici della verità (...)
L'Italia, con i suoi molteplici problemi odierni, è senza ombra di dubbio il frutto di una unità poco condivisa, il risultato di una sopraffazione lunga 150 anni, cui non si ha voglia di riparare. E Dio sa quanto essa abbia bisogno di solidarietà e di condivisioni! Ma anche di rispetto reciproco e di lealtà. (dall'Introduzione)