pp.282, brossura 17x24
Emarginati, svalutati, minimizzati, rimossi, dimenticati per 150 anni, tornano ora alla luce quegli uomini che credettero e spesero tutto se stessi (gioventù, libertà, salute, denaro, famiglia, posizione sociale, vita) per un’Italia diversa e migliore di quella del loro tempo, frammentata e sotto il giogo di tiranni locali e stranieri. Erano uomini semplici, ma di grande valore intellettuale e morale: giuristi, scienziati, filosofi, poeti, ecclesiastici. Il meglio della società civile del Sette e Ottocento meridionale. E in particolare di quella porzione del Meridione che è la Puglia, regione sempre variegata, che in quel periodo storico e con questi personaggi ritrova una sua identità e fisionomia unica, nel comune denominatore dei grandi valori civili. I protagonisti pugliesi del Risorgimento, di cui qui si narra, sono stati considerati sempre dei “minori”.
Ma da chi? Da una storiografia “alta” e paludata, con radici prevalentemente nordiste. Senza cadere nella trappola secessionista di leghe padane o neoborboniche, in questo libro si restituisce tutta la dignità e la grandezza di questi “minori” che fecero la storia, la più bella pagina di storia italiana, alla pari dei Mazzini- Garibaldi-Cavour-Vittorio Emanuele. Che, come loro, furono pensatori, uomini d’azione e politici sottili. E venivano anche dai paesi più piccoli e dalle contrade più lontane di questa terra. Una geografia anch’essa “minore” che merita di essere conosciuta e apprezzata, in una mappa che non è solo topografica, ma di sentimenti e passioni, di palpiti e sussulti, vissuti dal popolo e in mezzo al popolo.
Perciò questi uomini riuscirono a realizzare il sogno di almeno tre generazioni di meridionali che lottarono e per 60 anni subirono solo sconfitte. Ma non si arresero mai. Resistettero a oltranza, di padre in figlio. Basterebbe questo per farne degli eroi, quali effettivamente furono.