Il Poeta Buongustaio

Seviroli Gianni
Dello stesso autore
Editore/Produttore: GRAFICHE PANICO
EAN: 9788896943236



pp.176, brossura17x25, illustrato b/n

30 storie e ricette tradizionali in rime. 20 sonetti mangerecci

“Il poeta buongustaio” (Panico Editore, 2011),  è l’opera prima di Gianni Seviroli, insegnante e musicista che vive e lavora a Maglie, in provincia di Lecce. Anche se parlare di opera prima può sembrare riduttivo per un dinamico operatore culturale che da molti anni scrive e compone, tuttavia questo è il suo primo lavoro organico apparso in volume. E la materia trattata, come si evince dal titolo dell’opera, è affatto originale: quella culinaria, declinata in versi endecasillabi, in terzine, quartine, sestine, a rime alternate o incatenate, strambotti, rispetti, che da un lato testimoniano, in barba alla leggerezza della materia trattata, una notevole padronanza da parte dell’autore delle tecniche di versificazione, la metrica insomma, e della tenuta poetica dei componimenti, e dall’altro confermano la predisposizione dello stesso alla musicalità e al ritmo, che gli viene dalla sua seconda (o prima?) attività artistica suffragata da ampi consensi di pubblico e riconoscimenti di critica, non solo in ambito salentino. Come dire, la varietà del metro,  i tempi interni ad ogni componimento, la facilità della scansione matematica in sillabe, rispondono al suo lungo apprendistato musicale e al fatto di avere, egli, un orecchio allenato, appunto, a cogliere e ad imprimere gli accenti ritmici più giusti all’andamento dei suoi componimenti; e come i versi più brevi danno alle poesie un ritmo più veloce e brioso, simile a quello di un rock ( in 4/4, per dirla in termini musicali), i versi più lunghi invece danno alle poesie un ritmo più lento, simile a quello della prosa (che in musica si tradurrebbe in 9/14).


Il libro, con una Introduzione dello stesso autore, comprende “30 storie e ricette tradizionali in rime, 20 sonetti mangerecci e 15 illustrazioni originali di Salvatore Puddu”. La prima stesura del libro avvenne nel 1996 quando l’autore per motivi di lavoro si trovava a Gorizia, nel Friuli Venezia Giulia, dove insegnava Tedesco nelle scuole medie superiori. A distanza di tanti anni, in una versione leggermente rimaneggiata dal passare del tempo e da una meglio acquisita esperienza, il libro viene di nuovo dato alle stampe, con l’aggiunta di alcune poesie non ancora scritte all’epoca della prima pubblicazione. Nella sua Introduzione, Seviroli tratteggia un excursus storico sulla letteratura gastronomica davvero gustoso ( è proprio il caso di dirlo) ed interessante, dai classici greci e latini fino ai tempi nostri. Ecco dunque, in rapida carrellata, un abbacchio alla romana in rime, degli spaghetti alla puttanesca che aspettano solo di essere mangiati, così come dei salentini pane e pomodoro e peperoncini sottolio, o un invitante riso alla greca e una ancora più invitante pasta e piselli,che ci fanno quasi sentire quel dolce e solleticante effluvio che promana dalle nostre cucine all’ora di pranzo o di cena; insomma ce n’è per tutti i gusti e per ogni palato,dal più raffinato al più semplice. E alla fine della lettura, se ancora non ci fosse venuta l’acquolina in bocca, il poeta gourmet ci dà anche delle preziose indicazioni bibliografiche sulla materia trattata nel suo lavoro. E come non citare i personaggi storici e di fantasia spesso protagonisti delle sue ricette in rime, da Nerone al Conte Dracula, dal turco invasore di Otranto a Cristoforo Colombo, da Ulisse e Polifemo a San Francesco e l’oste, giù fino ai “marziani” a Trieste, in un trionfo di piatti, bicchieri, tegami, posate, fuoco, fiamme, conserve, dolci, e chi più ne ha più ne metta, in una vera e propria sinfonia culinaria che è questa raccolta di poesia brillante e non angagè. Il nome di Gianni Seviroli è indissolubilmente legato a quello del gruppo musicale “Napolinaria”, di cui egli è leader e promotore . Da quando, alcuni anni fa è ritornato nel suo amato Salento (oggi insegna in un istituto superiore di Maglie), Seviroli ha concentrato l’attività musicale del suo gruppo nel Salento, dopo aver girato tutta l’Italia, esibendosi in tanti e tanti concerti nelle principali città della nostra penisola. Il gruppo, già “Napoli Nord”, è composto dalla cantante beneventana Tania Lamparelli, splendida voce e moglie del Nostro, dallo stesso Gianni, alla chitarra e mandolino, e dai due figli, Albina e Andrea Seviroli. Oltre alla intensa attività concertistica, hanno all’attivo due cd di classici napoletani: “Napoli nord”(2000) e “Passeggiata a Napoli” (2010). 


Seviroli è  tutto una scoperta, in quanto personaggio sui generis,  funambolo, circense, buongustaio –buontempone ( avrà avuto qualche parte, mi chiedo, la natura della moglie campana nel conquistarlo ad un’anima pulcinellesca, quella beffarda, tragicomica, peculiare del “tipo” napoletano), ma anche studioso e appassionato ricercatore delle nostre tradizioni popolari. Infatti, spirito coriaceo e goliardico – come si evince dai componimenti più audaci e provocatori presenti nella raccolta e dalle tante esibizioni sulla piazze della ridente con il suo gruppo musicale, a regalare allegria alle moltitudini entusiaste e vacanziere che affollano d’estate le nostre coste -,  egli è anche animo intimamente tenero – come evinco da una lunga mail confessione che mi scrive e dalle numerose poesie che ha pubblicato su fogli e riviste sparse -,  fedelmente alla nota immagine secondo la quale ogni clown dietro la maschera piange ( “ma che tipo di uomo sei, in conclusione?” “sono un clown” dissi “e faccio collezione di attimi”, scrive Heinrich Böll  in  “Opinioni di un clown”); egli ha dunque una doppia natura planetaria, quella gioviale, testimoniata anche da un gusto per la battuta di spirito, per il motteggio e la facezia,  e quella saturnina, più privata. C’è sicuramente leggerezza in questa sua raccolta di poesie, ma, per tornare alla “napoletanità” di cui dicevo prima, una leggerezza alla Cimarosa, di una levità settecentesca, in cui dentro c’è anche ironia e sarcasmo. Al di là della letteratura di consumo, genere nel quale si potrebbe un po’ semplicisticamente far rientrare il suo libro, vi è allora una complessità interiore, non ancora del tutto spiegata, che mi fa pensare che arriveranno, da questo poeta musicista, altre  più impegnative prove.


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pp.176, brossura17x25, illustrato b/n

30 storie e ricette tradizionali in rime. 20 sonetti mangerecci

“Il poeta buongustaio” (Panico Editore, 2011),  è l’opera prima di Gianni Seviroli, insegnante e musicista che vive e lavora a Maglie, in provincia di Lecce. Anche se parlare di opera prima può sembrare riduttivo per un dinamico operatore culturale che da molti anni scrive e compone, tuttavia questo è il suo primo lavoro organico apparso in volume. E la materia trattata, come si evince dal titolo dell’opera, è affatto originale: quella culinaria, declinata in versi endecasillabi, in terzine, quartine, sestine, a rime alternate o incatenate, strambotti, rispetti, che da un lato testimoniano, in barba alla leggerezza della materia trattata, una notevole padronanza da parte dell’autore delle tecniche di versificazione, la metrica insomma, e della tenuta poetica dei componimenti, e dall’altro confermano la predisposizione dello stesso alla musicalità e al ritmo, che gli viene dalla sua seconda (o prima?) attività artistica suffragata da ampi consensi di pubblico e riconoscimenti di critica, non solo in ambito salentino. Come dire, la varietà del metro,  i tempi interni ad ogni componimento, la facilità della scansione matematica in sillabe, rispondono al suo lungo apprendistato musicale e al fatto di avere, egli, un orecchio allenato, appunto, a cogliere e ad imprimere gli accenti ritmici più giusti all’andamento dei suoi componimenti; e come i versi più brevi danno alle poesie un ritmo più veloce e brioso, simile a quello di un rock ( in 4/4, per dirla in termini musicali), i versi più lunghi invece danno alle poesie un ritmo più lento, simile a quello della prosa (che in musica si tradurrebbe in 9/14).


Il libro, con una Introduzione dello stesso autore, comprende “30 storie e ricette tradizionali in rime, 20 sonetti mangerecci e 15 illustrazioni originali di Salvatore Puddu”. La prima stesura del libro avvenne nel 1996 quando l’autore per motivi di lavoro si trovava a Gorizia, nel Friuli Venezia Giulia, dove insegnava Tedesco nelle scuole medie superiori. A distanza di tanti anni, in una versione leggermente rimaneggiata dal passare del tempo e da una meglio acquisita esperienza, il libro viene di nuovo dato alle stampe, con l’aggiunta di alcune poesie non ancora scritte all’epoca della prima pubblicazione. Nella sua Introduzione, Seviroli tratteggia un excursus storico sulla letteratura gastronomica davvero gustoso ( è proprio il caso di dirlo) ed interessante, dai classici greci e latini fino ai tempi nostri. Ecco dunque, in rapida carrellata, un abbacchio alla romana in rime, degli spaghetti alla puttanesca che aspettano solo di essere mangiati, così come dei salentini pane e pomodoro e peperoncini sottolio, o un invitante riso alla greca e una ancora più invitante pasta e piselli,che ci fanno quasi sentire quel dolce e solleticante effluvio che promana dalle nostre cucine all’ora di pranzo o di cena; insomma ce n’è per tutti i gusti e per ogni palato,dal più raffinato al più semplice. E alla fine della lettura, se ancora non ci fosse venuta l’acquolina in bocca, il poeta gourmet ci dà anche delle preziose indicazioni bibliografiche sulla materia trattata nel suo lavoro. E come non citare i personaggi storici e di fantasia spesso protagonisti delle sue ricette in rime, da Nerone al Conte Dracula, dal turco invasore di Otranto a Cristoforo Colombo, da Ulisse e Polifemo a San Francesco e l’oste, giù fino ai “marziani” a Trieste, in un trionfo di piatti, bicchieri, tegami, posate, fuoco, fiamme, conserve, dolci, e chi più ne ha più ne metta, in una vera e propria sinfonia culinaria che è questa raccolta di poesia brillante e non angagè. Il nome di Gianni Seviroli è indissolubilmente legato a quello del gruppo musicale “Napolinaria”, di cui egli è leader e promotore . Da quando, alcuni anni fa è ritornato nel suo amato Salento (oggi insegna in un istituto superiore di Maglie), Seviroli ha concentrato l’attività musicale del suo gruppo nel Salento, dopo aver girato tutta l’Italia, esibendosi in tanti e tanti concerti nelle principali città della nostra penisola. Il gruppo, già “Napoli Nord”, è composto dalla cantante beneventana Tania Lamparelli, splendida voce e moglie del Nostro, dallo stesso Gianni, alla chitarra e mandolino, e dai due figli, Albina e Andrea Seviroli. Oltre alla intensa attività concertistica, hanno all’attivo due cd di classici napoletani: “Napoli nord”(2000) e “Passeggiata a Napoli” (2010). 


Seviroli è  tutto una scoperta, in quanto personaggio sui generis,  funambolo, circense, buongustaio –buontempone ( avrà avuto qualche parte, mi chiedo, la natura della moglie campana nel conquistarlo ad un’anima pulcinellesca, quella beffarda, tragicomica, peculiare del “tipo” napoletano), ma anche studioso e appassionato ricercatore delle nostre tradizioni popolari. Infatti, spirito coriaceo e goliardico – come si evince dai componimenti più audaci e provocatori presenti nella raccolta e dalle tante esibizioni sulla piazze della ridente con il suo gruppo musicale, a regalare allegria alle moltitudini entusiaste e vacanziere che affollano d’estate le nostre coste -,  egli è anche animo intimamente tenero – come evinco da una lunga mail confessione che mi scrive e dalle numerose poesie che ha pubblicato su fogli e riviste sparse -,  fedelmente alla nota immagine secondo la quale ogni clown dietro la maschera piange ( “ma che tipo di uomo sei, in conclusione?” “sono un clown” dissi “e faccio collezione di attimi”, scrive Heinrich Böll  in  “Opinioni di un clown”); egli ha dunque una doppia natura planetaria, quella gioviale, testimoniata anche da un gusto per la battuta di spirito, per il motteggio e la facezia,  e quella saturnina, più privata. C’è sicuramente leggerezza in questa sua raccolta di poesie, ma, per tornare alla “napoletanità” di cui dicevo prima, una leggerezza alla Cimarosa, di una levità settecentesca, in cui dentro c’è anche ironia e sarcasmo. Al di là della letteratura di consumo, genere nel quale si potrebbe un po’ semplicisticamente far rientrare il suo libro, vi è allora una complessità interiore, non ancora del tutto spiegata, che mi fa pensare che arriveranno, da questo poeta musicista, altre  più impegnative prove.

Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788896943236
AutoreSeviroli Gianni
EditoreGRAFICHE PANICO
Data pubblicazione2012/01
CategoriaCucina & Enogastronomia
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