pp.256 brossura 17x24
Fin dai primi lavori sulla storia di Tricase, l'operosità di alcuni studiosi si è indirizzata verso una metodologia che esprimeva una storia solo apparentemente esaustiva. I contributi offerti da Alfredo Raeli, negli anni venti del Novecento, (editi nel settimanale "Il Tallone d'Italia" e riuniti nel libro "Aneddoti di storia Tricasina") sono meritori per aver agevolato l'attenzione del lettore verso la conoscenza di singole vicende concernenti il nostro territorio, mentre rimaneva nell'ombra la "Storia" di Tricase: una storia non circoscritta nell'orizzonte frammentario di alcuni documenti antichi, ma una storia capace di mettere insieme le questioni economiche e sociali, religiose e culturali, l'organizzazione urbana, le forme della povertà, della ricchezza e del potere.
Nel corso degli ultimi anni, il continuo interesse per l'approfondimento della storia di Tricase ha fatto sì che si avviassero una serie di ricerche i cui risultati hanno fornito un contributo inedito sulla realtà archivistica locale. Dopo un vuoto di mezzo secolo, e successivamente ai risultati raggiunti da Michele Paone, sono stati condotti molti studi sui monumenti, su alcune personalità ed istituzioni e sull'articolazione architettonica di Tricase, le cui metodologie, disparate e scientificamente valide, hanno tuttavia lasciato il passo a nuovi schemi interpretativi più aderenti al conseguimento di uno studio completo delle realtà sociali ed economiche, riconosciuti e praticati da molti studiosi della storia delle comunità. In questo senso la dimensione d'indagine condotta essenzialmente attraverso lo studio di documenti disorganici. viene superata da una nuova concezione di ricerca storica più coerente all'acquisizione di nuove conoscenze attinenti l'organizzazione sociale e le vicende economiche.
Il modello espositivo di questa ricerca, indirizzandosi verso la nuova impostazione storiografica, respinge la trattazione tipologica e seriale per giungere all'interpretazione di schemi più consoni alla valutazione della realtà Tricasina, regolata sempre più da fenomeni che coinvolgono i gruppi sociali e religiosi, le amministrazioni, le istituzioni e il potere politico.
Proprio la consapevolezza della necessità di tale indirizzo metodologico ha spinto ad avviare questa ricerca il cui intento iniziale era quello di identificare i presupposti che portarono la famiglia mercantile dei Gallone ad entrare a far parte della feudalità locale. Un'indagine che per le sue finalità doveva andare ben oltre la semplice esplorazione dei documenti religiosi conservati nell'archivio della chiesa Matrice di Tricase (visitati e "rivisitati" più volte da personaggi eruditi desiderosi di conoscenza storica).
Uno studio completo sulla società tricasina non poteva eludere l'analisi dell'enorme quantità di documenti conservati nell'Archivio di Stato di Lecce. Il richiamo è soprattutto agli atti notarili che, per la varietà degli argomenti trattati, sono un indispensabile punto di riferimento per le indagini sulla storia di Tricase. 113 volumi del notaio Lucio Micetti, i 52 di Alfonso Rausa, i 46 di Giovanni Monittola e i 17 di Francesco Arsevi (prendendo in considerazione solo il periodo di tempo compreso tra la fine del Cinquecento e la metà del Seicento) contengono migliaia di rogiti attinenti acquisti, vendite ed affitti di feudi, atti dell'Università, acquisti, vendite e permute di terreni, contratti di matrimonio (con trascrizione integrale della dote e dei "patti"), dichiarazioni di vassallaggio, testamenti, donazioni, vendite di censi, acquisti di olio con contratti alla voce, acquisti di beni mobili ed immobili, concessioni e soddisfazioni di crediti ecc. Tutte fonti che, come i contratti matrimoniali, potrebbero essere considerate marginali dal punto di vista della ricerca storica ma che invece risultano importanti per la comprensione della mobilità sociale in un periodo in cui il matrimonio veniva considerato come un mezzo idoneo non solo per l'acquisizione o la conferma di uno status, ma anche per la conquista del potere grazie alle alleanze tra le famiglie.
Lo studio incrociato delle fonti notarili con altri documenti quali lo Status Animarum del 1587, il registro Aborigini di Tricase, i libri dei battezzati, dei confermati, dei matrimoni e dei morti, esistenti nell'archivio della chiesa Matrice di Tricase e i documenti conservati nell'archivio privato dei Gallone, ha fatto emergere nuovi aspetti della realtà tricasina. Ne è scaturita, per gli anni ottanta del Cinquecento, una dimensione della cittadina eminentemente agricola con pochi esponenti addetti al settore artigianale e con una inevitabile concentrazione della ricchezza in mano di pochi, soprattutto borghesi la cui attenzione era indirizzata in maniera particolare all'emulazione di schemi comportamentali tipici della nobiltà.
Tali aspetti messi in relazione con la questione generale della centralizzazione dello stato spagnolo, con i privilegi concessi dal sovrano ai cittadini di Tricase nel corso degli anni, con la coincidenza di più funzioni nelle mani di alcune figure sociali, sono indicatori del problema dell'avvicendamento della nobiltà alla gestione del potere feudale tricasino, verificatasi a partire dalla disgregazione della signoria dei del Balzo, e delle cause che portarono Alessandro Gallone ad acquistare nel 1588 il feudo di Tricase. Da questo momento la Terra diverrà il centro di amministrazione dello stato feudale messo insieme nel corso degli anni da Alessandro, Giovan Angelo e soprattutto da Stefano H Gallone. Quest'ultimo non disdegnando le attività commerciali intraprese dai suoi avi trovò nella gestione dell'azienda agraria la fonte di maggior guadagno per l'acquisizione di nuovi feudi. Il potenziamento della famiglia feudale se da un lato provocò un lieve incremento demografico, singolare in un periodo di recessione economica, dall'altro non determinò uno sviluppo continuo e sostenuto della cittadina. Le attività economiche e imprenditoriali rimasero imprigionate in una sorta di dimensione di tipo tradizionale, mentre la nobiltà feudale ostentava la propria identità con la costruzione di nuovi edifici civili e religiosi contribuendo a mettere in luce quel fenomeno identificato dagli storici come «pietrificazione» della ricchezza.
Una novità della ricerca è stato lo studio degli atti notarili concernenti l'acquisto, la vendita e l'affitto di alcuni feudi da parte di Stefano Gallone che ha permesso didelineare il quadro delle potenzialità economiche della famiglia ed ha consentito di arricchire le conoscenze sui feudatari e sul territorio circostante la Terra di Tricase.
Su queste prerogative la ricerca pone le basi per l'approfondimento dello studio della comunità tricasina del XVIII secolo; analisi agevolata dalla maggior presenza di fonti documentarie.
Nel consegnare alla stampa questo saggio, con il quale, per l'enorme quantità di materiale documentario ancora inedito esistente negli Archivi pubblici e privati, non si ritiene di aver esaurito lo studio della società tricasina nell'età moderna ma ci si augura che funga da scintilla che possa accendere la passione verso nuove ricerche sulla nostra terra, sento il dovere di ringraziare tutti coloro che ne hanno seguito con indulgenza la stesura. Un particolare ringraziamento devo rivolgerlo a Silvia Rizzo che ha seguito la ricerca sin dall'origine sostenendomi con suggerimenti e incoraggiamenti che sono stati di enorme aiuto per la risoluzione di alcuni problemi in cui mi sono imbattuto durante la selezione delle fonti e soprattutto la redazione del lavoro. Un sentimento di riconoscenza rivolgo a Rocco Martella per i suggerimenti sul materiale archivistico conservato nella chiesa Matrice di Tricase, da lui esaminato ed elaborato con dedizione nel corso degli anni. (Donato Valli)