pp. 364, cm. 17 x 24, brossura, illustrato
Collana: B.C.P. (Biblioteca di Cultura Pugliese) n° 188
La ricorrenza del 150° dell’Unità ci ha offerto l’occasione di ripensare al ruolo e alla presenza delle donne nel percorso storico che ha portato all’unificazione, per porre rimedio ad una gigantesca omissione della storiografia ufficiale, impregnata di pregiudizi, che ne ha spesso oscurato e marginalizzato il contributo politico ed intellettuale.
Nonostante che ci fossero già state nella Rivoluzione partenopea del 1799, prologo del nostro Risorgimento, figure di donne combattive e impegnate come Eleonora Fonseca Pimentel, Luisa Sanfelice, Cristina Chiarizia (o Clarizia) Valentino, nell’Ottocento la convinzione comune restava quella che una donna perbene dovesse restare chiusa tra le mura domestiche: la donna migliore era quella di cui meno si parlava fuori della casa, sia per biasimarla che per lodarla.
Invece, si verificò che alcune figure femminili, con una forza ed un impeto fuori dal comune, uscirono da questo clichè contribuendo ad indicare, sostenere e realizzare il progetto indipendentista ed unitario italiano.
Tra queste si erge la figura di Antonietta de Pace, una donna che seppe sempre trovare la forza ed il coraggio di superare indicibili difficoltà durante il processo del Risorgimento meridionale; una donna che ha sacrificato gran parte della sua vita ad un ideale; una donna che testimonia il cammino dell’emancipazione femminile già in epoca risorgimentale nel Mezzogiorno e che ha contribuito alla modernizzazione del nostro Paese.