Il sito industriale di Adolfo Colosso a Ugento Storia e patrimonio

Monte Antonio
Dello stesso autore
Editore/Produttore: CRACE
EAN: 9788863790047



pp.240

Affiora dalle pagine di questo volume la ricchezza del patrimonio industriale, dei suoi luoghi e dei suoi protagonisti. Una ricchezza tutta da scoprire, che sta emergendo dal tessuto di questo sorprendente territorio salentino. È questo il fascino della meticolosa ricerca degli studiosi di archeologia industriale che si addentrano nei meandri degli opifici, delle fabbriche, delle aree dismesse, delle piccole industrie per rispolverare ciò che il tempo ha sommerso.
Così si studiano macchine, impianti, congegni, si consultano archivi, biblioteche, ricostruendo storie di artigiani, imprenditori e operai. In questo percorso si incontra e si decifra la storia dell’architettura, dei cicli produttivi, dell’economia locale, della realtà sociale, si intreccia la vita della gente. Ogni volta è una scoperta sempre nuova che a volte lascia senza fiato. Il lavoro confluisce poi nella redazione di schede catalografiche con risultati scientificamente compiuti. Nel territorio pugliese da anni è laborioso e vivace lo studio dei siti e dei processi industriali dismessi.
La provincia salentina ha mosso per prima i primi passi verso la scoperta dell’archeologia industriale nella sua Terra d’Otranto e poi in tutta la Puglia, accompagnata agli esordi da Gino Papuli e in seguito da Renato Covino. Oggi l’insegnamento della disciplina nella Facoltà di Beni Culturali dell’Università del Salento, la presenza della sezione regionale dell’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, il concorso dell’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali di Lecce del Consiglio Nazionale delle Ricerche, la partecipazione e l’adesione attiva di giovani che hanno conseguito una formazione post universitaria (Master in Conservazione, Gestione e Valorizzazione del Patrimonio Industriale) fanno del Salento uno dei territori più attenti alla conoscenza, conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio industriale. Il Salento vanta questa attenzione anche per merito di Amministratori locali sensibili, circondati da validi riferimenti nel proporre e realizzare le loro idee di progetti di recupero e valorizzazione di un percorso di frantoi ipogei, di una distilleria, di alcuni stabilimenti vinicoli e altro. Il patrimonio industriale è della comunità, esso appartiene alla storia di ognuno che lo riconosce e lo rivendica. È ciò che è avvenuto anche a Ugento terra nota per il suo antichissimo trascorso di Municipio messapico e romano, ma anche custode di uno dei siti industriali più complessi e interessanti della Terra d’Otranto del XIX secolo.
Una città legata non solo al nome dell’antica Ozan, ma anche a quello di Adolfo Colosso, illuminato agronomo salentino. La ricerca è stata condotta attraverso lo studio degli stabilimenti che costituiscono il sito industriale di “Casa Colosso”, in cui si intrecciano il lavoro e l’impegno di due generazioni. Affascinante è la scoperta di questo patrimonio sopravvissuto che parla di sé attraverso i luoghi, gli oggetti e soprattutto le persone: le cantine da vino dell’enopolio, la batteria di presse idrauliche nell’oleificio, i numerosi riconoscimenti, persino un archivio d’impresa e la straordinaria memoria della sua famiglia.

Indice

Il sito industriale Colosso
Antonio Monte e Ilaria Montillo

Adolfo Colosso: benemerito viticoltore, bonificatore e imprenditore agrario
Franco Antonio Mastrolia

Da sito produttivo a polo museale: recupero e riuso dell’opificio industriale
Claudio Bottazzo e Antonio Monte

IL SITO INDUSTRIALE DI ADOLFO COLOSSO A UGENTO

Scheda di rilevazione del sito e derivate

Il sito industriale

L’enopolio

L’oleificio

Il molino

Il sansificio

Il saponificio

Schede di rilevazione macchinari

Il frantoio a due mole

La pressa idraulica

La pompa idraulica

APPARATI

Bibliografia


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€ 15,00
Disponibilità: NON DISPONIBILE

pp.240

Affiora dalle pagine di questo volume la ricchezza del patrimonio industriale, dei suoi luoghi e dei suoi protagonisti. Una ricchezza tutta da scoprire, che sta emergendo dal tessuto di questo sorprendente territorio salentino. È questo il fascino della meticolosa ricerca degli studiosi di archeologia industriale che si addentrano nei meandri degli opifici, delle fabbriche, delle aree dismesse, delle piccole industrie per rispolverare ciò che il tempo ha sommerso.
Così si studiano macchine, impianti, congegni, si consultano archivi, biblioteche, ricostruendo storie di artigiani, imprenditori e operai. In questo percorso si incontra e si decifra la storia dell’architettura, dei cicli produttivi, dell’economia locale, della realtà sociale, si intreccia la vita della gente. Ogni volta è una scoperta sempre nuova che a volte lascia senza fiato. Il lavoro confluisce poi nella redazione di schede catalografiche con risultati scientificamente compiuti. Nel territorio pugliese da anni è laborioso e vivace lo studio dei siti e dei processi industriali dismessi.
La provincia salentina ha mosso per prima i primi passi verso la scoperta dell’archeologia industriale nella sua Terra d’Otranto e poi in tutta la Puglia, accompagnata agli esordi da Gino Papuli e in seguito da Renato Covino. Oggi l’insegnamento della disciplina nella Facoltà di Beni Culturali dell’Università del Salento, la presenza della sezione regionale dell’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, il concorso dell’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali di Lecce del Consiglio Nazionale delle Ricerche, la partecipazione e l’adesione attiva di giovani che hanno conseguito una formazione post universitaria (Master in Conservazione, Gestione e Valorizzazione del Patrimonio Industriale) fanno del Salento uno dei territori più attenti alla conoscenza, conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio industriale. Il Salento vanta questa attenzione anche per merito di Amministratori locali sensibili, circondati da validi riferimenti nel proporre e realizzare le loro idee di progetti di recupero e valorizzazione di un percorso di frantoi ipogei, di una distilleria, di alcuni stabilimenti vinicoli e altro. Il patrimonio industriale è della comunità, esso appartiene alla storia di ognuno che lo riconosce e lo rivendica. È ciò che è avvenuto anche a Ugento terra nota per il suo antichissimo trascorso di Municipio messapico e romano, ma anche custode di uno dei siti industriali più complessi e interessanti della Terra d’Otranto del XIX secolo.
Una città legata non solo al nome dell’antica Ozan, ma anche a quello di Adolfo Colosso, illuminato agronomo salentino. La ricerca è stata condotta attraverso lo studio degli stabilimenti che costituiscono il sito industriale di “Casa Colosso”, in cui si intrecciano il lavoro e l’impegno di due generazioni. Affascinante è la scoperta di questo patrimonio sopravvissuto che parla di sé attraverso i luoghi, gli oggetti e soprattutto le persone: le cantine da vino dell’enopolio, la batteria di presse idrauliche nell’oleificio, i numerosi riconoscimenti, persino un archivio d’impresa e la straordinaria memoria della sua famiglia.

Indice

Il sito industriale Colosso
Antonio Monte e Ilaria Montillo

Adolfo Colosso: benemerito viticoltore, bonificatore e imprenditore agrario
Franco Antonio Mastrolia

Da sito produttivo a polo museale: recupero e riuso dell’opificio industriale
Claudio Bottazzo e Antonio Monte

IL SITO INDUSTRIALE DI ADOLFO COLOSSO A UGENTO

Scheda di rilevazione del sito e derivate

Il sito industriale

L’enopolio

L’oleificio

Il molino

Il sansificio

Il saponificio

Schede di rilevazione macchinari

Il frantoio a due mole

La pressa idraulica

La pompa idraulica

APPARATI

Bibliografia

Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788863790047
AutoreMonte Antonio
EditoreCRACE
Data pubblicazione2009/02
CategoriaArcheologia
Pagine228
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