pp.48, brossura Una «Siena del Sud» per la meraviglia delle sue architetture, ma spaccata da una voragine d’umanità che evoca l’Inferno dantesco, un relitto della preistoria «che non ha paragoni in Europa». Così si presenta nel 1957 Matera allo sguardo di Guido Piovene, che in quell’anno percorre lo Stivale nel suo memorabile "Viaggio in Italia". Pagine cariche di stupore e atterrimento quelle dedicate alla città dei sassi, a poca distanza dalla riforma agraria del 1950 e dalla legge speciale del 1952 che finiranno per incidere profondamente sul paesaggio urbano, ma che all’arrivo di Piovene non hanno ancora compiuto il proprio percorso verso la modernità. Un «presepe napoletano, ma illividito e quasi stravolto da un fondo spiritico» respinge e al contempo seduce il giornalista, esercitando quel fascino unico per il quale Piovene conierà la definizione di «attrattiva dell’inverosimile». «Narratore di talento, Piovene dette il meglio di sé in un ritratto dell’Italia, nella sua fase di transizione dal dopoguerra alla ricostruzione, quando il paese mostrava evidenti segni di cambiamento, pur in mancanza di una direzione politica ben chiara» (dalla nota critica di Angelo Semeraro).