pp.80 brossura 17x24 ill.b/n
"Fra il 1946 e il 1948 la disoccupazione toccava in Puglia punte del 50% tra le masse contadine. Una zappa e, non sempre, un'accetta per la potatura dell'olivo o una roncola per la vite costituivano di fatto l'unico patrimonio di molti coloni e braccianti meridionali. Quella che è oggi la rossa terra d'Arneo, un'area vastissima a nord-ovest di Lecce, coltivata a vigneti e a ulivetí, negli anni del dopoguerra appare come una sterminata distesa pietrosa.
Queste terre appartenevano alle grandi famiglie del Salento, soprattutto i Tamborrino di Maglie, i Personè di Nardò, i Del Balzo di Lecce ma anche i Ruffo di Calabria ed altri ancora che affidano le terre a colonia ignorando deliberatamente i salari e gli orari stabiliti, e che per la maggior parte non intervengono con investimenti per migliorare i terreni che vanno via via impaludendosi.
Di contro migliaia di contadini della provincia di Lecce, Brindisi e Taranto che sull'Arneo si affacciano, non possiedono terra da lavorare e dunque cibo di cui sfamarsi. E' in questo contesto che viene approvata la legge Gullo-Segni, con la quale si vuole arginare la crisi occupazionale del sud distribuendo le terre incolte ai braccianti, ma che inverosimilmente esclude l'Arneo. Prendono così il via le rivendicazioni dei braccianti salentini tese a far estendere la legge Stralcio anche alla provincia di Lecce, sostenuti dal PCI e dalle camere del lavoro che in quegli anni si sono andate strutturando. Fu così che a partire dal 49 e, in maniera più massiccia, nel 50 e 51, migliaia di contadini provenienti da tutto il nord Salento occuparono l'Arneo stabilendosi presso le varie masserie del luogo che durante le lotte divennero delle vere e proprie roccaforti.
Il 7 gennaio 1951, dopo una pioggia di arresti, intimidazioni e denunce da parte delle forze dell'ordine nei confronti dei braccianti, venne approvato l'accordo con cui si fece inserire la terra d'Arneo nell'applicazione della legge Stralcio.
E' da qui che parte la vicenda dei "contadini enfiteuti che avevano trasformato le pietre in pane".
Gli ultimi tra coloro che mobilitarono la lotta, qui ci hanno regalato un racconto a cuore aperto di quei mesi fatti di stenti, di freddo, di fame, di lotte, di idee e di ideali, che ancora oggi conservano miracolosamente intatti. Molti hanno versato il sangue, per quella terra. Che hanno scelto di lasciare agli altri, tenendo per sé .la forza dei propri sogni.
M.L.M.