Il 22 giugno 1941 la Germania avvia l'Operazione Barbarossa per invadere l'Unione Sovietica. Mussolini decide di far partecipare l'Italia: il fallimento della guerra fascista si trasforma nell'ecatombe più grande della storia del nostro esercito. In Russia si contano 74.800 tra caduti e dispersi. Tra i dispersi c'è anche Mario Grasso, un giovane soldato del quale si perdono le tracce dal 23 gennaio del 1943. La sua vicenda rischiava di svanire anche dalle pagine della memoria, ma riemerge ora tra fonti orali e documentarie. Per non dimenticare. «L'atto d'amore che Mirko Grasso ha dedicato a un non-eroe, a un "antenato", alla singola vittima di una guerra ingiusta e criminale come tutte le guerre, non è diverso da quelli compiuti da un suo e nostro maestro, Nuto Revelli.» (Goffredo Fofi)