pp.312, brossura - La prima lettura critica integrale, totalmente inedita, de ’l mal de’ fiori, ultima opera pubblicata in vita da Bene e unica prova destinata esclusivamente alla forma poetica. ’l mal de’ fiori, poema ‘eccessivo’ in tutti i sensi, dal contenuto al layout del volume, conferma la formula beniana del «rovinare le rovine», come aveva scritto in Lorenzaccio: non il disprezzo inflessibile nei confronti di un’intera tradizione letteraria - cosa che Bene ravvisa nelle nuove avanguardie, per questo automaticamente da lui accantonate , ma un dialogo inedito che prosegue il confronto già avvenuto coi grandi nomi del teatro o della letteratura (i vari drammi di Shakespeare, poi Pinocchio, l’Adelchi, ecc.). L’anno di uscita del poema, il 2000, amplifica la provocazione sfacciata di un’opera dalle dimensioni anomale, apparentemente inaccessibile per il suo estremismo linguistico e gli infiniti riferimenti a opere del passato (con particolare riferimento alle arti figurative). Per comprenderne l’operazione bisognerà rovesciare, per simmetria, un assunto dichiarato dallo stesso Bene: come da attore non ha mai smesso di essere poeta, così da poeta non smetterà i panni dell’attore, di cui il poema rappresenta l’ultimo lascito. Il lavoro proposto rappresenta il primo commento critico a un capolavoro assoluto della letteratura contemporanea, una chiave di accesso per gli appassionati e gli studiosi sia del genio beniano che della poesia in genere.