pp.116, f. to 20x21 cm; 40 ill. colori
In area grecanica una forte tendenza a fare rete tra istituzioni, associazioni culturali e singoli imprenditori, sta dando vita a un rilancio del territorio [...]. È in questo quadro di attenzione ai luoghi e alle culture locali (nel senso alto del termine), che coinvolge diversamente abitanti, forestieri e studiosi, che si inserisce il lavoro di Alfonsina Bellio sul rito delle pupazze che si svolge domenica delle Palme a Bova. Grazie a un’osservazione diretta, a un’etnografia attenta e partecipe, la studiosa ricostruisce attesa, preparazione, andamento di un rito festivo che si presenta con una pluralità di valenze: religiose, sociali, estetiche, artistiche. Da grande conoscitrice della storia e dell’antropologia religiosa del Mezzogiorno d’Italia e del Mediterraneo, come attestano le sue ricerche sui culti mariani, sul mito della Sibilla, “sulle donne veggenti”, Alfonsina Bellio non si limita a una pure apprezzabile descrizione del rito, ma va alla ricerca di somiglianze e analogie, ne esplora l’orizzonte culturale con escursioni nelle credenze religiose del mondo antico e con viaggi nell’orizzonte folklorico euromediterraneo. Il rito delle pupazze diventa una finestra dalla quale osservare combinazioni e mescolanze di miti e tradizioni, mondi lontani e sotterranei, sincretismi religiosi e culturali, mitologie antiche e moderne.
Alfonsina Bellio, nata a Crotone e originaria di Belvedere Spinello, si laurea in Lettere all’Università della Calabria, dove ha conseguito anche il titolo di Dottore di Ricerca in Scienze Letterarie, retorica e tecniche dell’interpretazione, sotto la direzione di Vito Teti. Presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, ha conseguito il Diplome d’Études Approfondis (D.E.A.) in Anthropologie Sociale et Historique de l’Europe, sotto la direzione di Daniel Fabre. Ha conseguito il Perfezionamento in Scienze Storico-antropologiche delle Religioni presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Italo Mancini”.