Tonino Zurlo: Nuzzole e Pparolu (semi e parole)
Track List
1) L’automatismo
2) Minguccio/Banda per Minguccio
3) Il canto dell’anima
4) La congreca
5) Paperino
6) Nuzzule e pparolu
7) Core d’oro
8) Sole e Luna
9) Don Ceccelluzze
10) Cristu mia
11) Lu jaddu
12) Luce luce
13) Nuzzole e pparolu (strumentale)
TONINO ZURLO antiquario, poeta e cantastorie
Tonino Zurlo è uno straordinario cantastorie e poeta popolare di Ostuni, citta in cui è nato nel gennaio del 1946. Si è sempre occupato di restauro e di antiquariato. All’età di 25 anni inizia a suonare la chitarra, improvvisando i brani musicali secondo la sua filosofia: ‘non è importante il ritmo del metronomo, ma quello del cuore’.
Oramai in attività da oltre trent'anni, Tonino inventa canzoni per ‘un mondo diverso’, in cui l’anima dell’uomo, la sua coscienza profonda possano tornare a guidare i suoi gesti.
Osannato da artisti importanti (tra cui Moni Ovadia e Giovanna Marini) ha pubblicato nel 2003 con il “Circolo Gianni Bosio” di Roma e le edizioni musicali Il Manifesto il cd “Jata Viende” (Soffia Vento).
Fra la tradizione letteraria dialettale pugliese, la musica popolare orale, e le sue originali intuizioni sull’essenza della natura umana e sull’assurdità del nostro tempo presente, le composizioni di Tonino Zurlo sono uno squarcio di umanità rivolto all’Uomo contemporaneo in cerca delle proprie radici e di un vivere maggiormente autentico.
Il nuovo lavoro discografico di Tonino Zurlo “Nuzzole e Pparolu” (Semi e Parole) pubblicato da Anima Mundi Edizioni, (Giugno 2007) e accompagnato da un libretto contenente la sua poEtica, si propone di farci riflettere sul potere insito nelle parole che pronunciamo, dalle quali come dei semi può germogliare una forza vitale, a condizione pero’ che esse siano espressione di sincerita’ e trovino nell’interlocutore un altrettanto ascolto autentico.
Dice Tonino: così come il seme per trasformarsi cerca la terra, allo stesso modo la parola cerca il cuore per cambiare. Affinché questo mondo cambi, e’ necessario che le parole ci escano dal cuore.
Quando una parola esce dal cuore molte cose puo’ cambiare e questo mondo allora può trasformarsi.
Moni Ovadia scrive:
Tonino e’ l’erede di una immensa tradizione e la incarna come prima di lui Matteo Salvatore.
La voce di Tonino viene da lontano e va lontano, erompe dalle radici profonde di una cultura bassa, dalle viscere della terra di una storia secolare entra nelle sonorità odierne che si inchinano davanti al nerbo del suo talento e hai la netta impressione che ogni possibile invenzione tecnica e stilistica del futuro sarebbe onorata di mettersi al servizio della sua nobile arte “cafona” che e’ simultaneamente passato, presente e futuro.
Estratti intervista Tonino
Io non mi sono mai sentito un artista. Io preferisco ritenermi più che altro un tramite in quanto penso che molte volte gli artisti per avere la fama perdono la vista, questo è il mio motto.
Io non so come è nata la mia vena poetica oppure artistica, c’è un poco di confusione.
Dico che tutto nasce da scompensi che uno ha durante l’infanzia e con i quali la natura ti bacia, ti da grande capacità di intuire, di sentire e di poter modificare, per un mondo differente.
L’arte dovrebbe servire per modificare e coltivare l’animo umano.
Sono convinto che nessuno abbia creato nulla. Sono le tensioni interne che creano alchimia e svelano cio’ che esiste già nell’etere.
L’artista deve avere la modestia, meglio sentirsi l’ultimo che il primo.
Mi sono sempre lasciato andare ed oggi se incido questo disco è perché mi sento più ricco. Ma non sono io. Io non so da dove provengano le cose che io canto.
Avevo grandi paure di diventare qualcuno, paure che ho tuttora. Anche se d’altra parte a me piace esternare, cantare, pur avendo sempre paura di non riuscire a comunicare bene ciò che ho dentro.
L’esibizione per me ha una grande importanza. Per esempio ti racconto uno dei miei ultimi concerti, a Crispiano, in un teatro. Prima di salire sul palco ho avuto un totale vuoto di memoria, mi sono chiesto cosa dovevo dire. Appena sono salito sul palco, si sono create dentro di me delle tensioni incredibili che provenivano dal silenzio della sala. Ho ascoltato il silenzio, e poi ho iniziato a cantare, ma sinceramente era come se non fossi io a cantare. Era come se fossi entrato in trance.
C’è un detto popolare molto bello: “nu vullanu l’aiuta la terra e l’artista lo aiuta Dio” “il contadino lo aiuta la terra e l’artista lo aiuta Dio”. Vuol dire che il forte contatto fisico che ha il contadino con la terra attraverso i piedi, è come se gli desse energia, quella energia essenziale che gli da vita. Così io vedo l’artista: non è lui a sapere, è Dio, o meglio il divino, a dire all’artista cosa dire.
Io non so cosa sia il divino. Insomma, l’artista non inventa niente, è solo il tramite di Dio.
Viene baciato da Dio.
L’artista nella contemporaneità deve dare luce al buio, deve essere una luce.
Ma deve essere sempre comunque un tramite, altrimenti la luce non sarà mai forte.
La follia nella psiche per me è rappresentata dal vento che sposta le cose. Chi ha la facoltà di percepire in maniera forte, allo stesso modo accresce il suo stato di follia. Da noi si dice che il folle è colui che è fuori di testa. Ma cosa vuol dire “essere fuori di testa”?!!! In realtà il termine “essere fuori di testa” significa non riuscire più a controllare la mente, significa ancor meglio essere fuori dalla testa, adilà di essa. Ora fammi fumare una sigaretta...
La cosa importante da capire è che tutto ciò che l’uomo ha svelato, già esisteva.
Occorre spingere il mondo verso nuovi saperi, nuove coscienze, affinchè tutto appartenga a tutti in una maniera differente.
Ciò, sia io che tu non lo potremo vedere perché è un processo molto lento. Ma noi dobbiamo seminare questa nuova cultura, che gia’ c’e’, dobbiamo porre le basi affinchè ci siano nuovi maestri. Dio non ha fretta. Dio è una orchestra perfetta, non sbaglia una nota e a chi ha orecchio Dio dice “la fretta uccide”.
Una persona che ha coscienza non ha fretta, sa aspettare.