pp.238 brossura17x23 ill.colori € 18,00
Comunemente si è portati a credere che il 700 sia espressione solo del declino della feudalità e dell`affermazione dei valori illuministici, soprattutto nelle aree dove si è maggiormente sviluppato il dibattito filosofico e letterario. Una lettura più in profondità invece ci aiuta a capire un periodo straordinario, dove erano già radicati i concetti di "diritto" e dove lo "spazio e la città" erano categorie civili dell`organizzazione sociale.Il 700 rappresenta uno dei momenti centrali nella storia di Parabita, un centro non di poco conto dell`antica Provincia di Terra d`Otranto, dove da molto tempo esistevano già "regole" di governo popolare e dove il rapporto con la feudalità e il clero, poteri costituiti e fortemente centralizzati, non sempre si esprimeva in atteggiamenti di acquiescenza e ubbidienza. Una vitalità che si esprimeva nel campo dell`economia, del governo della cosa pubblica, nella gestione delle istituzioni, nell`organizzazione della vita collettiva, nel bisogno di migliorare la qualità della vita propria ed altrui.La ricerca storica, condotta sui documenti d`archivio con pazienza certosina e con puntiglioso rigore, permette ad Ortensio Seclì, non nuovo a questi lavori, di disegnare un quadro completo degli scenari settecenteschi parabitani, mettendo in evidenza notizie, fatti, avvenimenti, che di per sé rappresenterebbero solo aneddoti spesso da ritenere insignificanti, ma che nel loro insieme tratteggiano la cronaca di una comunità che nel quotidiano e nel personale trova l`occasione per diventare Storia.La proposta editoriale di questo libro si inquadra non solo nel lavoro di recupero della nostra memoria che come casa editrice stiamo da anni portando avanti, ma soprattutto nel tentativo di ridisegnare i tratti peculiari della comunità nella sua dimensione antropologica, alla ricerca delle ragioni che hanno determinato la nostra identità, per conservarla e proiettarla nel futuro, garantendo alle nuove generazioni possibilità concrete di autorealizzazione
