pp.176 - Nella Terra d’Otranto di metà ’700 i commerci marittimi prediligevano le rotte transoceaniche e il Mediterraneo era ormai un desolato specchio d’acqua. Erano lontani i tempi a cavallo del XII sec. quando le cattedrali di questa Provincia, naturale passaggio verso la Terrasanta, rilucevano di mosaici ricchi delle influenze dei miti nordici e delle vicende arturiane, e dove il traffico di uomini di fede, di cavalieri e aristocratici favoriva la nascita di importanti precettorie Templari, Teutoniche e Ospitaliere. L’unico commercio che continuava a sopravvivere era quello dell’olio lampante protagonista della ricchezza del porto di Gallipoli. L’entroterra invece fotografava gli effetti di una lunga crisi. In questo contesto di forte afflizione economica, le popolazioni subivano anche un triste intorpidimento culturale e sociale. Dal 1740 era in corso la guerra di successione austriaca, che aveva già interessato a più riprese il territorio italiano, fino ad avvicinarsi anche ai confini del Regno di Napoli. Il 1743 è un anno passato alla storia a causa del più devastante terremoto che la Terra d’Otranto abbia mai conosciuto, quest’opera ne racconta gli attimi e le conseguenze.