pp.301, brossura, ill. b/n -
L'idea che io mi propongo di sostenere, secondo la quale le isole linguistiche greche dell'Italia meridionale risalgono direttamente alla colonizzazione della Magna Grecia, non è del tutto nuova. Essa fu enunciata fin dall'inizio del secolo scorso, allorché si diffusero notizie precise intorno all'esistenza di villaggi di lingua greca nelle regioni più meridionali della Penisola, e tra i sostenitori di tale idea vi furono anche autorevoli studiosi come Francesco Trinchera e Tomasso Morelli. Avvenne, così, che quando tra il 1870 e il 1878 Giuseppe Morosi in due pregevoli monografie affermò decisamente che le colonie greche del Mezzogiorno avessero avuto origine in epoca bizantina, fu abbandonata l'ipotesi della continuità ininterrotta della grecità antica, e la teoria formulata dal Morosi fu quasi senza riserve accetta dalla scienza. Io stesso al tempo del mio primo viaggio in Calabria nell'anno 1921 ero sì convinto seguace dell'idea del Morosi, che nelle mie frequenti escursioni a scopo di studio rivolsi ben poca attenzione ai villaggi greci. Senonché, dopo il mio ritorno dall'Italia meridionale nell'inverno 1921-22, accingendomi allo studio del materiale raccolto, notai con ia grande sorpresa delle concordanze affatto singolari tra il linguaggio dei Greci di Bova e i dialetti romanzi della Calabria. In seguito, quanto più approfondivo la ricerca di questi rapporti lessicali, tanto più mi persuadevo che le odierne isole greche dovevano rappresentare gli ultimi avanzi di un territorio greco assai più esteso nel medio evo e che il grecismo del Mezzogiorno d'Italia, lungi dall'essere una filiazione del greco bizantino, doveva connettersi direttamente alla tradizione autoctona della Magna Grecia. dalla Prefazione di Gerhard Rohlfs