pp.144, brossura
Il nostro Risorgimento nel suo complesso, compreso l’evento unitario che ne costituisce il culmine, è tutt’altro che indenne da operazioni di rimozione o di alterazione della verità effettuale. È pertanto auspicabile che si dichiari con chiarezza, a partire dalle sedi istituzionalmente preposte alla preparazione culturale dei giovani e alla formazione della loro coscienza civica, che è ormai tempo di depurare la storia risorgimentale dai miti e dai giudizi sommari, per poter capire quello che veramente avvenne. Solo facendo emergere con naturale parresìa gli slanci ideali, che non mancarono, ma anche i calcoli interessati e le sopraffazioni, che predominarono, si può cogliere la verità di un processo storico così complicato e complesso quale quello dell’unificazione nazionale " peraltro ancora in atto " drammaticamente segnato da scelte e comportamenti non certo nobili né onorevoli. Riconoscere questi limiti aiuta a comprendere che nel concetto di unificazione come processo, senza assolutizzare gli eventi che inevitabilmente richiamano traumatiche esperienze di lesa sovranità e di repressione, hanno diritto di cittadinanza anche i meridionali, i quali, nonostante le sofferenze e le emarginazioni subite e pur con i loro innegabili difetti, hanno contribuito in questo secolo e mezzo di storia, in maniera determinante, con il loro lavoro, il loro pensiero e persino con il loro sacrificio, alla costruzione dello Stato nazionale.