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Eccolo, il menhir. Nella sua semplicità, una pietra alta e liscia, che sorprendeva perché, in effetti, non si sapeva nulla di quel simulacro di migliaia di anni fa.
Né era sicuro che quella pietra fosse rimasta proprio là, in quel punto preciso, per tutto quel tempo. Stava qui attorno, certamente. Ma che sia rimasto proprio qui, equidistante dai muretti a secco e dalle case che sono vicine, non è plausibile. Tra l’altro, c’è una colata di cemento alla base, a segnalare l’intervento dell’uomo che non rispetta certo l’identità e il significato di una pietra che…
Mi sono avvicinato e ho proteso la mano per appoggiarla contro la pietra liscia, nell’intento di sentire qualcosa. Un’impressione, magari, di vibrazioni lontane
''No!'' ho sentito dietro di me. Una voce chiara, come un comando, una voce evidentemente abituata a non avere rifiuti.
Una voce femminile.
''Non lo tocchi'' ha aggiunto la ragazza, apparsa alle mie spalle.
L’ho guardata con curiosità.
Non era molto alta, ma dal viso serio un’aria sbarazzina non riusciva a limitare del tutto il luccichio degli occhi.
Vestiva normalmente, aveva i pantaloni e un maglione arrotolato attorno ai fianchi.
Una camicetta scura, tutta abbottonata.
Pochissimo trucco, i capelli corti e ricci.
''Non era mia intenzione'' ho cominciato io, un poco infastidito da quella voce imperiosa.
''Mi scusi lei, piuttosto'' mi ha detto, sorridendomi e cambiando il tono di voce.
Mi ha porto la mano che io ho stretto.
''Mr Livingstone, I suppose'' mi ha detto guardandomi negli occhi.