pp.320 brossura; prefazione di Antonio Di Pietro
"QUI NON C'E' LA MAFIA, C'E' IL SISTEMA"
Era il ritornello di Peppino Basile, lo ripeteva spesso.
Con questa frase chiosava tutto ciò che non gli quadrava, col risultato che abusando di quest'espressione ne faceva sbiadire il significato nella prassi quotidiana.
Significato che però riacquistava tutta la forza dei colori violenti della cronaca, ogni volta che Basile puntava il dito, sugli iter tortuosi di approvazione del parco naturale, sulla sua lottizzazione, sulle concessioni demaniali ai privati, sul piano coste, sulle concessioni edilizie date a titolo di favore, sul parco eolico a ridosso del parco naturale, sull'aumento della tariffa per la raccolta rifiuti, sulla gestione della discarica, sui rifiuti pericolosi trovati al suo interno.
Il suo "dito puntato" sono diventate negli anni le nostre inchieste.
O meglio, Il Tacco e Basile si sono trovati sulla stessa lunghezza d'onda, dal momento che la legalità a tutti i costi è stato fin dalla nascita del giornale, il tema attorno a cui abbiamo fatto ruotare tutti gli altri.
Non è stato difficile per noi, dunque, sfrondare da ogni particolare folkloristico tipico del suo modo di porsi in pubblico, il succo dei concetti che esprimeva e soprattutto le informazioni che voleva far passare.
Andando al nocciolo di ogni questione sollevata da Peppino, in Consiglio comunale, nei suoi comunicati stampa, sui manifesti, il cronista attento poteva sempre trovare un buona pista da seguire.
Cosa che abbiamo fatto: o partendo dalle sue osservazioni o cercando nella sua attività una conferma delle nostre ricerche.
Non solo: le piste seguite, negli anni, e soprattutto nell'ultimo, sono diventate una vera e propria rete, piste collegate le une alle altre, imprenditori alleati tra loro e con amministratori pubblici, amministratori pubblici che pur appartenendo a schieramenti diversi, sugli stessi ambiti di interesse, si rivolgono agli stessi principi del Foro dei loro avversari politici e degli imprenditori, per risolvere guai penali o ricorsi al tribunale amministrativo che nella battaglia ufficiale, da amministratori, li vede contrapporsi ad altri amministratori o agli imprenditori.
Amministratori che fanno favori ad imprenditori che sono imputati in processi penali su tematiche simili a quelle per cui vengono fatti i favori dai politici; profonda conoscenza degli iter con cui si autorizza un parco eolico così come un albergo, una discarica o un nuovo servizio di raccolta rifiuti.
C'è sempre il modo per fare quello che si vuole fare, se il progetto parte in silenzio, a piccoli passi, aggirandosi tra le maglie della legge, spesso passandoci attraverso. Il tempo della resa dei conti sarà sempre rinviato e gli abusi d'ufficio si prescrivono in fretta.
Così a Ugento nascono alberghi, case, villaggi nella macchia mediterranea più grande della provincia, nascono discariche in sanatoria, poi vengono utilizzate per lo smaltimento di rifiuti pericolosi, i controlli non ci sono e se ci sono dicono che è tutto ok.
E' un disegno che parte da lontano e in maniera sotterranea e che si alimenta con la fame delle persone.
In cambio del silenzio un "posticino", si chiama così il lavoro avuto grazie alla raccomandazione del politico, facente funzioni di agenzia di lavoro interinale: lavoro a tempo, non importa, sottopagato, non importa, in nero, non importa.
A questo ci si abitua in fretta, anche a considerare come un favore, una elargizione, ciò che è un proprio diritto. Questo non è il Salento, è l'Italia.
Ma ogniqualvolta ci siamo trovati ad approfondire un argomento, partendo dalla realtà ugentina, ci siamo sempre trovati risucchiati dalla "rete", un po' un effetto come quello che si prova navigando con google maps, il sistema di rilevazione satellitare fruibile tramite internet: parti dal basso, dal piano della strada e puoi osservare le persone che fanno shopping, piccola quotidianità di paese, poi cominci ad allontanare il fuoco, ti elevi sempre più, e cominci a vedere la rete stradale, i quartieri collegati tra loro, poi l'intera città e questa collegata con le altre, e tutte insieme all'interno dell'intero territorio diventano macchie di colore, in un contesto che rimane un "sistema" pulsante.
Non abbiamo trovato schegge impazzite, casi isolati, quando abbiamo approfondito le battaglie di Peppino: era tutto un unicum funzionante, e alla grande.
Poi l'omicidio di Peppino: la comunità sotto shock, i nostri documenti nel cassetto, anche documenti che lui ci aveva passato e che chiedevano di essere riaperti, rivisti, riletti alla luce della sua morte.
Così è nata l'idea di questo libro.
Che non è un libro su Peppino Basile.
Non è un libro che vuole andare alla ricerca di indizi per smascherare esecutori e mandanti del suo assassinio. Non ipotizziamo alcunché. Se qualcuno può essere attraversato da questo dubbio, lo fughiamo subito, prima ancora che vi accingiate alla lettura.
Le indagini sono ancora in corso, condotte dal pm Giovanni De Palma.
Per questo nella sezione dedicata alla cronaca delle indagini mi sono astenuta da qualunque commento: ho pensato di riportare gli articoli pubblicati su www.iltaccoditalia.net, perché il lettore possa autonomamente farsi un'idea dello svolgersi degli accadimenti e di come questi siano stati intervallati dalle naturali polemiche.
Nelle ultime settimane prima di essere ucciso, Peppino aveva annunciato più volte e a più persone che era sulle tracce di una notizia molto grossa e che presto avrebbe fatto esplodere la "bomba".
Sappiamo anche che non ne aveva voluto parlare con nessuno, per non mettere a repentaglio la vita di chi gli stava intorno.
Il libro non è alla ricerca degli autori dell'omicidio ma ipotizziamo una serie di "bombe" verosimili, alla ricerca, questa volta sì, dell'argomento su cui stava lavorando nel mese precedente la sua morte, quello annunciato appunto da lui come una "bomba che avrebbe fatto esplodere".
Gli argomenti sono tanti ma possono essere racchiusi in tre macro aree di interesse: il parco naturale, i rifiuti, il parco eolico.
E' un lavoro che gli sarebbe piaciuto leggere, perché ripercorre la rete delle sue ricerche, di ciò che lo faceva indignare, di ciò che voleva capire.
"Il sistema" è un libro che parte dalle intuizioni di Peppino e dalle sue denunce, dalla inchieste condotte dal Tacco grazie alla sua collaborazione, per ampliarle e approfondirle ulteriormente.
Ci è sembrato doveroso verso il suo impegno e verso le centinaia di ugentini e salentini che dalla sua morte hanno tratto il coraggio per uscire allo scoperto, in un movimento crescente di impegno etico e sociale.
E' l'eredità più bella che Basile ha lasciato ai suoi concittadini ed elettori: la voglia di riscatto, la rabbia e la nausea. L'impossibilità a girarsi dall'altra parte. La necessità di guardare la verità in faccia. Ma anche l'ottimismo che il cambiamento sia una strada percorribile, per "questa nostra tanto amata terra".
Così Maria Luisa Mastrogiovanni, direttora del Tacco d'Italia, scrive nell'Introduzione al libro "Il sistema: intrecci economici all'ombra dell'omicidio di Peppino Basile". Un libro che ripercorre cinque anni di grandi inchieste del Tacco d'Italia sul fil rouge delle battaglie del consigliere dell'Italia dei valori trucidato il 15 giugno scorso e li arrichisce con ulteriori indagini e documenti inediti.