Cd Audio contenente 11 brani
Recensione : Il Tacco d’Italia come abbiamo potuto osservare ormai da anni è uno dei luoghi musicali più fertili dell’intera penisola: dai canti tradizionali e le pizziche, al reggae/raggamuffin e dub. Generi a sé stanti che di certo non hanno bisogno di introduzioni, e forse pensare ad un progetto misto che mescolasse questi vari generi potrebbe sembrare un po’ azzardato vista anche le diversità melodiche. Non sono stati dello stesso avviso gli Insintesi, un abile duo di dj/producer leccesi, che rilasciano infatti il 24 Giugno Fimmene In Dub, che solca quelle che erano le impronte lasciate dal precedente lavoro, di circa due anni fa, Salento In Dub, una moderna sintesi di jungle, dub e world music, ponendo però l’attenzione in questo nuovo progetto al solo canto popolare, farcendo il tutto con contaminazioni reggae e dub. Spinti quindi dal successo che sempre più la pizzica salentina acquista in Italia e nel mondo, gli Insintesi impreziosiscono la loro abilità elettronica con un collaborazioni tutt’altro che scontate: a livello canoro collaborano con MissMykela (che da poco ha rilasciato We Ladies con la tarantina Mama Marjas) e altre voci, esclusivamente femminili, come Anna Cinzia Villani, Enza Pagliara, Raffaella Aprile e Maria Mazzotta, già note per precedenti collaborazioni a livello locale con altri gruppi autoctoni e soprattutto per le partecipazioni di tutte ai vari concertoni finali della Notte Della Taranta. A livello strumentale invece gli Insintesi si circondano di Claudio “Cavallo” Giagnotti (tamburellista e cantante dei Mascarimirì), Treble (ex componente degli Isola Posse All Star e successivamente del Sud Sound System, qui in veste di chitarrista), Gianluca Milanese (flautista della Ensemble Notte della Taranta) e tanti altri musicisti abilissimi, già attivi in molti altri progetti.
Fimmene In Dub esordisce con una traccia acappella di uno dei pezzi più classici e più ascoltati nelle estati salentine, ossia Fimmene Fimmene cantata da una bravissima Anna Cinzia Villani, si continua con un altro classico Malachianta dal sound molto mediterraneo e fresco; la terza traccia Pizzicarella Dub è il primo singolo dell’album e come illustra il titolo è un rifacimento reggae e dub della famosissima canzone Pizzicarella in questo caso rivisitata dalle voci di MissMykela e Maria Mazzotta che si alternano rispettivamente nella parte reggae e in quella più classica del canto. I toni si abbassano nella dolce ballata Oriamù (parola del dialetto griko che significa “Bella Mia”) cantata da Raffaella Aprile, la cui dolce voce ben si sposa sulle dolci note della chitarra di Luca Tarantino. La riscoperta delle tradizioni continua con il brano Quannu Camini Tie pubblicata in due versioni, una cantata dalla Villani e una dub in cui l’elettronica abbraccia e si fonde con la melodia popolare. Non poteva mancare in questa concisa sintesi dei ritmi del passato la famosissima Santu Paulu, in cui la voce di Raffaella Aprile si incontra con il flow occitano di Papet Jali, voce dei Massilia Sound System, che dona un pizzico di internazionalità a questo grande classico salentino. Una svolta stilistica si ha per Uai, cantata da MissMykela che ricalca un po’ il reggae/rub-a-dub, anche questa pubblicata sia in versione cantata che strumentale dub. Si ritorna alle tradizioni dal suono prettamente mediterraneo con Nia Nia con la voce ancora della Villani per poi concludere con KaliNifta, da ormai un po’ di anni diventato il tormentone finale del concertone della Notte Della Taranta, in questa versione un po’ più accelerata da sapore un po’ filorientale.
E’ chiaramente l’album che può mettere d’accordo genitori e figli, per quel sapore delle tradizioni e dei canti del passato con mescolanze di generi più attuali, quali il dub e sprazzi di reggae, e forse farà in modo che i più giovani così lontani dalle vecchie melodie possano riscoprire la bellezza della musica popolare e delle loro antiche tradizioni.