pp.200, brossura
Ottocento otrantini passati a fil di spada. Una strage diventata leggenda e, tuttora, avvolta dalla edificante aura del martirio di chi preferì la morte all’abiura della propria fede. Ma fu proprio così?
Un uomo fortunosamente scampato al massacro si aggira per l’Europa per trovare le ragioni di tanta ferocia, per svelare il mistero di quello che, da subito, gli appare come un vero e proprio atto di terrorismo.
Tra immense biblioteche, povere locande e palazzi apostolici; tra principi, zingari, alti prelati e spie; tra Roma, Firenze, Venezia, Belgrado e Cracovia; nell’Europa violenta e crudele, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, l’uomo, sopravvissuto alla strage di Otranto, valuta indizi, accumula tracce, decifra segni. Tutto è ambiguo e contraddittorio. Le tessere che raccoglie non combaciano come nel sontuoso mosaico della cattedrale di Otranto.
La verità è piuttosto una chimera cangiante e sfuggente. Ora un’intuizione l’avvicina, ora un’altra la sfuma. Quella che resta è un’amara considerazione che attraversa i secoli e giunge fino a noi con sorprende attualità.
Raffaele Gorgoni, giornalista, è inviato speciale della Rai. Ha realizzato reportage nell’Europa Sud Orientale e in
Medio Oriente. Ha pubblicato saggi e reportage su diverse riviste e collabora a “Il Corriere del Mezzogiorno”.
Ha pubblicato L’oratorio della peste (Besa, 2005) e Communism, bed & breakfast (Besa, 2007).