pp.340, brossura 17 x 24
Collana: Mezzogiorno Tardoantico, Medioevale e Moderno. 4 – Collana diretta da Cosimo Damiano Fonseca
La celebrazione di due sinodi diocesani a Castellaneta, nell’arco di cinque anni sul finire del secolo XVI, costituisce di per sé un significativo elemento di riprova della concreta operatività del dettame Tridentino. L’oggettiva valenza dell’avvenimento viene ad acquisire un maggiore spessore se si considera che a presiedere i due sinodi è lo stesso Vescovo, Bernardo De Benedictis, la cui azione pastorale per moltissimo tempo è risultata sconosciuta. C’è da rimarcare, infatti, che a godere di una certa notorietà è soprattutto Mons. Sirigo IV junior, figura di primo piano nel Concilio di Trento (1545 – 1563), il quale ha modo, tra l’altro, di segnalarsi con la presa di posizione su rilevanti questioni di carattere teologico, che vanno ad incidere anche sulla sfera politica. Lo stesso presule, inoltre, con la sua visita pastorale del 1572, dà l’avvio nella diocesi di Castellaneta all’importante opera di riorganizzazione ecclesiastica, all’insegna della profonda opera di disciplinamento voluta dai padri conciliari. È molto probabile che una tale rinomanza, accompagnata anche dall’attribuzione della celebrazione di un sinodo diocesano, abbiano contribuito a concentrare tutta l’attenzione su Mons. Sirigo junior, mettendo in ombra, di conseguenza, eventuali meriti dei suoi successori sul soglio vescovile di Castellaneta.
La “scoperta” degli atti sinodali diocesani del 1595 e del 1600, rimasti nella polvere delle biblioteche per più di quattro secoli, contribuisce a mettere al loro posto alcuni tasselli, che fanno luce sulle vicende della diocesi di Castellaneta ed aprono la strada per i necessari approfondimenti e per le dovute verifiche. L’utilizzo dei dati documentali, con il supporto delle testimonianze scritte a disposizione, consente di avanzare la più che probabile ipotesi che il sinodo celebrato nel 1595 dal Vescovo Bernardo De Benedictis sia il primo tenutosi nella diocesi di Castellaneta. Una tale “primogenitura” porta a considerare i decreti sinodali la magna charta contenente i principi e le norme che devono improntare la vita, la condotta e la dinamica esistenziale degli uomini di Chiesa e della comunità tutta. Nessuna meraviglia, poi, se tra le righe degli atti si possono cogliere aspetti, modi di pensare e di comportarsi della gens castellanetensis abitante un centro demico situato alla periferia dell’estesa provincia Idruntina, che alla fine del ‘500 comprende le odierne province di Taranto, di Brindisi, di Lecce e di Matera. La conoscenza degli atti di due sinodi diocesani, piuttosto lontani nel tempo, può rivelarsi illuminante per riscoprire i metodi formativi ed educativi, che tanta parte hanno avuto nel vissuto quotidiano di intere generazioni fino alla celebrazione del concilio Vaticano II.