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Nel profondo Mezzogiorno del dopoguerra, in un Salento dominato ancora dai monarchico-fascisti, nella Maglie succube di agrari e latifondisti, un uomo di umili origini riuscì a ribellarsi e a rompere le catene del potere eterico-democristiano.
Maestro elementare e giornalista, Abate è una persona concreta, un realizzatore puntiglioso e instancabile, un abile oratore capace di entusiasmare chiunque, un trascinatore irresistibile con la sua simpatia e umanità accattivanti. L'impegno, la coerenza e dedizione agli ideali del socialismo, la tenacia per uscire dall'anonimato ed "essere qualcuno", lo portarono nel 1963 ad essere eletto primo deputato del PSI di Terra d'Otranto.
Nenniano e spirito riformatore, fu fautore dell'apertura ai cattolici e in Parlamento votò la nascita del primo centro-sinistra guidato dall'illustre suo compaesano Aldo Moro. Come componente della Commissione Lavori Pubblici, con il ministro Giacomo Mancini, Abate fece affluire un fiume di finanziamenti statali a molti Comuni per la realizzazione di opere pubbliche. Quando fu eletto alla Camera, quasi tutte le amministrazioni cittadine salentine erano nelle mani dei democristiani. Al termine della sua legislatura, la DC ne aveva perdute circa la metà, passate ai socialisti e atte giunte frontiste di sinistra.
Era arrivato sulla scena politica come una meteora e, in pochi anni, stava cambiando il volto del Salento. Dotato di un forte spirito autonomista, non solo rischiava di insidiare il potere democristiano, ma stava anche rompendo gli schemi di potere consolidati nel PSI locale. Per questo era diventato l'uomo da battere: un obiettivo nel quale si ritrovarono politicamente accomunati i notabili democristiani e una parte delta dirigenza pro-vinciate socialista. Fu il "tradimento" di due consiglieri comunali socialisti passati con la DC, proprio mentre Abate era avviato a conquistare. t'amministrazione di Maglie, a segnare l'inizio del suo declino politico. Nonostante i contrasti con la segreteria provinciale socialista, Abate ha sempre obbedito al partito, come quando - dopo l'intervento personale del segretario del PSI, Francesco De Martino ~ si dimise dalla presidenza dell'ospedale di Maglie.
La sua è la storia di chi ha forte il senso dette istituzioni, di un "servitore detto Stato", una storia che non deve essere dimenticata e che va conosciuta dai giovani di oggi, distratti o forse tentati dal disimpegno dal sociate, e comunque troppo immersi nel consumismo, nell'individualismo, nel relativismo morate ed etico.