pp.275 brossura
Descrizione:
Ogni idea utopistica contempla il totale e disdegna l'individuo. Perfino l'anarchismo, se interpretato in chiave esclusivamente collettivistica, non sfugge a questo desiderio di totalità, di riduzione del molteplice e dionisiaco all'unico e apollineo. Le paradossali considerazioni che l'autore di questi saggi fa sono due: la prima è che l’anarchismo è probabilmente l’unico modello in grado di disinnescare in sé le cariche negativamente utopiche, tipiche delle palingenesi totalitarie. La seconda, che tale pensiero può porsi quale chiara griglia di lettura e realistica mappa del cammino umano, solo se è disposto a ricercare le proprie basi epistemologiche lontano dai lidi della retorica naturalistica e teologizzante - utopica, appunto - e comincia a sfogliare e riscoprire senza pregiudizi le intuizioni dai migliori esponenti del pensiero di quel gemello diviso e finito in rovina che è il liberalismo, l’unica concezione sociale nata come anti-utopia.