pp.96 ...Fa’ che io Ti creda, mio Dio, che veda soltanto come ultima festa umana, prevista e imprevista il ritorno per le ultime nozze dei suoi fidanzati lontani. Ma dopo quel giorno, quel giorno, quand’io sarò già partito (io, io voglio essere il primo: che senso avrebbe il domani, il risveglio, il sole, la sera!) per quanto palpiterà sbiadita quell’eco alle mura di un’anziana ragazza allo specchio, del materno suo vergine viso, del muto mio amore felice nei giorni in cui era tradito? Nato nel 1940, COSIMO CORVAGLIA, che ha dedicato la vita all’insegnamento, è stato assistente di Filologia classica presso le università di Genova e di Lecce. Alterna l’attività critica con quella poetica, connotata da impegnato tormento della scrittura, tesa a coniugare compostezza metrico-stilistica con moderni, sperimentali effetti fonico-linguistici. Inserito in associazioni culturali e riviste, è socio della «Universitas Montaliana», di recente costituitasi a iniziativa di eminenti personalità della cultura, nella necessità di riaffermare, in un contesto attualizzato, il senso di un impegno culturale che assomma in sé l’eredità della grande poesia del Novecento.