pp.240, brossura 21x15
Dopo il successo delle Interviste impossibili davanti a un bicchiere di vino, il crono-intervistatore Guglielmo Bellelli ci offre una seconda (e de/gustosissima) puntata dei suoi viaggi nel tempo.
“Siamo in pochi, e ricercatissimi. Siamo quindi sempre in viaggio: in luoghi diversi, ma anche in tempi diversi. Per noi crono-intervistatori andare indietro nel tempo di 500 o 1000 anni non è un problema, anche se, alla lunga, un po’ stressante. Però intervistare persone che vivono (o meglio sono vissute) cinque o dieci secoli fa è sì un bel problema. Certo abbiamo il vantaggio di sapere com’è finita, ma dobbiamo stare attenti a non dire troppo. Diventeremmo noi i veri intervistati e rischieremmo forse di modificare il corso degli eventi. Ma poi, non è davvero facile fare conversazione con gente con la quale non si ha nulla, ma proprio nulla in comune. Meno male però che c’è il vino: intanto, oltre a rendere l’incontro più piacevole, spinge tutti a parlare più facilmente. E poi lui sì che non appartiene solo al passato. C’è sempre o comunque c’è stato per tantissimo tempo e praticamente dappertutto o quasi. Lo bevevano gli antichi greci e lo beviamo noi oggi. Oggi lo bevono persino i cinesi e in Alaska. È in fondo la sola cosa che accomuni veramente persone che vivono in mondi così diversi e lontani. Certo non è lo stesso. Quando, tanto tempo fa, intervistai Alcibiade, mi fece bere, presentandola per un nettare divino, una ciofeca terrificante, anche se oggi qualcuno potrebbe trovarla meravigliosamente simile a qualche nuovo vino naturale fatto in anfora, e quando feci assaggiare a Enrico IV di Navarra il vino che più di ogni altro aveva amato in vita, il rosso di Givry, di cui gli avevo portato in dono una bottiglia di una annata recente, mi guardò strano. Non lo riconobbe affatto, però devo dire che gli piacque, eccome, e me ne chiese pure dell’altro…”