Aa.Vv.
pp. 303, rilegato, illustrato
Il cofanetto presenta alcune imperfezioni. Il Salento, subisce, a partire dalla seconda meta del secolo XVI, un processo di trasformazione che lo porta ad abbandonare il peculiare rapporto fino ad allora intrattenuto con il mondo bizantino, o le sue sopravvivenze, e ad integrarsi, con un legame di totale dipendenza, in quel mondo meridionale dominato dalla politica espressa dalla corte napoletana. L’attardata persistenza dei modelli di vita feudali, l’incapacita di far fronte ad una economia che lascia libero corso ad una galoppante recessione, i tentativi di riassetto e di aggiornamento politico-economico che sfociano in un "rifeudalizzazione" delle strutture di governo e di potere, accentuano gli squilibri interni e incidono in maniera violenta sul tessuto sociale. In questo contesto si inseriscono con perfetto tempismo, giostrandosi nella progressiva decadenza della regione, i vecchi e nuovi feudatari e gli Ordini religiosi, rinvigoriti dalla spinta controriformista. Potere religioso e potere civile, per celebrare l’indiscussa preminenza della propria classe sociale, profondono a piene mani le ricchezze di cui dispongono. Si erigono nuove chiese, si modificano le gia esistenti; edifici religiosi, palazzi, piazze, vie, si ornano di elementi significanti, determinando, in citta e paesi, percorsi che qualificano il tessuto urbano con le emergenze funzionali e rappresentative della comunita. Le chiese del Gesu e di Santa Croce, piazza Sant’Oronzo e piazza Duomo, sono esempi significativi della configurazione urbanistica che Lecce viene assumendo in questo periodo. La trasformazione-evoluzione dell’intera cultura salentina trova riscontro specialmente nelle manifestazioni architettoniche. Il linguaggio espresso ben rispecchia lo scontro, il confronto e la simbiosi che, di volta in volta, innovazione e tradizione (dettami della Controriforma e persistenza di modelli locali) mettono in atto.