AA.VV.
pp.45 brossura 21x30
Composto negli anni 1934 -1935 (esattamente nell'agosto del 1934 le prime due parti e nel luglio 1935 la terza), il componimento fu pubblicato per la prima volta nella rivista "Lirica" di Genova del settembre 1935. Fu ripreso poi in quella che può considerarsi l'antologia definitiva del primo tempo della intera vicenda poetica di Corni, cioè Spirito d'armonia del 1954.
Suscita un qualche interrogativo il fatto che questa lirica non sia stata compresa nell'antologia precedente Spirito d'armonia, cioè Poesia (1918 - 1938) pubblicata nel 1939. Capire le motivazioni di questa esclusione significa anche verificare più a fondo le ragioni estetiche di questa lirica espressamente concepita come una composizione dalla marcata intenzionalità musicale. A questa impressione dà forza l'aspetto formale del componimento che predilige il verso breve (l'ottonario), anche se molto mosso al proprio interno per varietà di toni e di accenti.
C'è da considerare, inoltre, che il tempo della composizione si colloca in una particolare svolta della vita del poeta, cioè negli anni immediatamente seguenti alla sua conversione religiosa. Corni tenta un difficile equilibrio tra la panicità cosmica e sensuale dei versi della giovinezza e l'adesione ad un profondo senso del divino che si riverbera armonicamente nel fulgore estivo della natura. E' per questo che la lirica, iniziata sotto l'emozione di un impressionismo ancora intriso di paniche ebbrezze dalle quali non è estranea l'eco del debussiano preludio a l'apres midi d'un faune, si conclude con la compostezza di un sonettino regolare (se si eccettua il novenario finale), dove la sensualità cede il posto ad una più pacata meditazione che fa coincidere il fulgore abbagliante delle estati salentine con la presenza d'una Luce intellettuale, segno della presenza di Dio.
Donato Valli