pp.485, brossura 15x21
Sinopsie, Immagini e Forme della Puglia Poetica. Cento Anni di Storia Letteraria
Com'è noto, Tynianov si opponeva a una concezione evolutiva della letteratura, che secondo lui procede per salti e per spostamenti piuttosto che secondo uno sviluppo uniforme. In ogni genere, osservato a un dato momento, si distinguono tratti fondamentali e tratti secondari: sono proprio i tratti secondari, i risultati e le deviazioni «casuali», gli errori, che producono nella storia dei generi mutamenti più cospicui da annullarne in certa misura la continuità. Si può parlare di continuità per la nozione di «estensione», che oppone le «grandi forme» (romanzo, poema, racconto lungo) alle piccole (racconto breve, poesia), e di continuità per i «fattori costruttivi» (per esempio, il ritmo nella poesia e la coerenza semantica - trama - nella prosa) o per i materiali; ciò che cambia è ben più importante per la individualità del genere: è il principio costruttivo che fa utilizzare in modi sempre nuovi i fattori costitutivi e i materiali.
Gli spostamenti all'interno di uno stesso genere, mettiamo la poesia, sono molto importanti per comprendere come a volte delle piccole novità conseguite in periferia possano avere ripercussioni, per vie sotterranee, sulle linee maggioritarie che si esprimono attorno alle due più grandi città italiane. Ecco allora la spinta al rinnovamento o la diversa funzione che la periferia viene a svolgere nel rinnovamento di un genere. Questo studio a più mani coordinato da Michelangelo Zizzi viene incontro a questa esigenza di indagare per quali vie sotterranee una poesia come quella pugliese possa aver contribuito al rinnovamento del genere poesia ma non tanto per la forza specifica delle singole linee (borbonica, salentina, cittadina etc) quanto per la capacità di fare, tutte insieme, massa e peso specifico. Non solo sono indagati in questo volume i poeti statutari o ritenuti significativi, 14 in tutto, trattati con monografie: Vittorio Bodini, Raffaele Carrieri, Enzo Mansueto, Antonio Bux, Girolamo Comi, Salvatore Toma, Cristanziano Serricchio, Lino Angiuli, Vittorino Curci, Giuseppe Goffredo, Gianpaolo Mstropasqua, Carla Saracino, Annamaria Ferramosca, ma anche Michele Pierri, Claudia Ruggeri, Luigi Fallacara, Antonio Verri, Pasquale Vitagliano, la dotatissima Agata Spinelli, la grande Giovanna Sicari (che attende ancora una giusta valutazione), Daniele Giancane, Angelo Lippo, Rita Marinò Campo e i più giovani Ilaria Secli, Vanni Schiavoni, Carla Saracino, Anita Piscazzi, Maria Grazia Palazzo, Angelo Petrelli, Vincenzo Mastropirro, Luciano e Vittorio Pagano, Antonio Natile, Francesco Onirige, Gianluca Misturini, Daniela Liviello, Enzo Mansueto, Giacomo Leronni, Biagio Lieti, Irene Ester Leo, Florinda Fusco, Simone Giorgino, Mario Desiati.
«Il Sud come contenitore di lingue» e di dialetti è un fatto ma è un fatto anche che il Sud, dall'unità d'Italia in poi, non è mai stato capace di produrre una letteratura egemone, grandi personalità sì, ma isolate; e questo vale anche per il genere lirico, vi si trovano numerose spiccate personalità ma nessuna in grado di scuotere la subalternità della poesia meridionale rispetto a quella che si è fatta a Firenze, a Roma e a Milano.
Comunque, un lavoro di dimensioni notevoli quello fatto da Zizzi, coadiuvato dai saggisti collaboratori Roberta Dalessandro, Stelvio Di Spigno e Stefano Donno: l'aver saputo tracciare con accuratezza la mappa di un universo poetico lungo cento anni non era cosa semplice né scontata, e l'aver studiato gli snodi e i numerosissimi rappresentanti di questa non piccola parte della geografia della poesia italiana.