pp.81, brossura - Vitale Boccadamo, è stato tra i più originali ed abili interpreti del vernacolo salentino. In questa prima raccolta (già alla sua seconda edizione) convergono tutti i primi componimenti e le poesie dialettali più brillanti. Trovano spazio spassosi episodi del vissuto quotidiano, ricordi di personaggi e luoghi d’infanzia e le riflessioni sugli inevitabili mutamenti di una realtà, spesso del tutto snaturata dal suo rapido evolversi. Nonostante il taglio originariamente locale e folcloristico dei contenuti, i versi si lasciano apprezzare dal pubblico più vasto, in quanto pieni di quella valenza universale derivata dall’uso di topoi e figure che ricorrono in ogni luogo e in ogni tempo. L’efficacia comunicativa del poeta risiede infatti proprio nell’utilizzo di stili diversi, dall’esilarante al riflessivo, dal comico al semi-drammatico e dal realistico al surreale, per recuperare temi e personaggi classici. È il caso ad esempio della vecchierella che lamenta la bellezza perduta osservandosi allo specchio; o dell’ubriaco che si lascia coinvolgere in un dialogo a senso unico con la statua del milite ignoto; o ancora il più semplice artista che si emoziona nel contemplare un albero, uno scorcio di mare o un tramonto della sua terra. Lo sfondo onnipresente è infatti proprio la natura, il paesaggio rurale, che, quasi in nostalgica antitesi alla modernità, accompagna di continuo il lettore e lo riveste di genuinità. La lettura è sempre scorrevole e piacevole, grazie alla metrica, cui si ricorre puntualmente, ed alla rima, sempre ricercata e mai banale. Come pure è instancabile la minuziosa ricerca terminologica che sviscera e riscopre i più puri ed antichi significati, rendendo l’intera opera tanto leggera, quanto profonda. Dall’introduzione di Maria Rosaria de Lumé