pp.293 brossura 18x25 illustrato colori
In questa ed in altre opere,il Salazo svolge una tesi che, in parte mutuata dalle precedenti argomentazioni di Johánn joachim Winckelmann, di Leopoldo Cicognara e di Jean Baptiste Louis Georges Séroux d`Agincourt tende a presentare la fioritura delle forme architettoniche e plastiche sviluppatasi nelle province del Mezzogiorno italiano tra IV e XIII secolo come un fenomeno di grande portata storica, perché riuscì a rielaborare nel linguaggio della pietra e del marmo i canoni estetici classici da sempre presenti nella civiltà meridionale e ad arricchirli con le più recenti esperienze maturate, in Oriente, dalla civiltà bizantina ed araba e, in Occidente, dal mondo longobardo e carolingio, sino a creare una espressione artistica nuova, destinata a costituire per oltre due secoli una vera e propria koinè culturale, della quale furono partecipi Campania, Puglia, Abruzzo, Sicilia.,Da questa premessa concettuale e logica si. svolge tutta la sua critica d`arte insieme alla polemica, che parallelamente l`accompagna, nei confronti di studiosi, come Giorgio Vasari e, in un momento successivo, Giovanni Battista Cavalcaselle e Gaetano Milanesi, i quali li si ostinavano a relegare, in modo piuttosto semplicistico, ogni manifestazione artistica del medioevo meridionale italiano nel limbo bizantino, negandone la vitalità proiettata verso il futuro e le analogie con quanto, nello stesso periodo, si andava formando ed evolvendo nei cantieri dell`Italia settentrionale e dell`Europa intera. (Dalla Presentazione).