Nonno raccontami...

Romano Maria
Dello stesso autore
Editore/Produttore: AKKUARIA
EAN: 9788863281064



pp.260, brossura 14x20

 Un giorno ho incontrato un artista artigiano, colpito da una malattia che gli impediva di camminare sulle sue gambe, dopo aver vissuto una vita all’insegna dell’operosità e della dedizione alla famiglia.

Costui, per riempire il suo tempo da invalido, ha pensato di realizzare un progetto, creando un’opera artistica, che fosse compendio dei principi religiosi, delle convinzioni etiche e artistiche della sua vita, di cui aveva colto i segni in episodi inspiegabili.

Alimentato da una profonda fede cristiana, aveva considerato le fasi difficili della sua esistenza, come prove, da cui riusciva ad uscirne solo con la preghiera e l’intercessione divina.

Non era stata facile la sua vita: nato in una famiglia povera, negli anni difficili che precedettero la seconda guerra mondiale, aveva abbandonato la scuola in tenera età, perché si sentiva frustrato dalla sua maestra, una suora, che discriminava i bambini poveri e sprovveduti a vantaggio dei ricchi.

Così decise di aiutare la famiglia, portando a casa un po’ di denaro, guadagnato con il lavoro delle sue piccole mani.

Con il tempo, sviluppò una profonda sensibilità ai problemi degli ultimi, maturò delle doti umane speciali, che gli consentirono di vivere con maturità ogni esperienza, se pur nelle ristrettezze economiche di un paese pugliese dell’estremo Sud: Matino.

La sua vita s’intreccia a quelle di molte altre persone, che con lui hanno condiviso itinerari similari, nei tempi duri della guerra, del dopoguerra, dell’emigrazione.

Le ricadute di questi eventi prostravano le loro famiglie, in cui bambini, mogli e madri facevano la loro guerra con la miseria e con la fame, mentre padri, mariti e figli combattevano sui campi di battaglia, talvolta senza capire le cause e le conseguenze della guerra, attratti da ideologie inculcate, da promesse fatte e non mantenute, nella speranza di assicurarsi condizioni di vita migliori.

Da adolescente e da giovane, Tonio ha affrontato tanti problemi di incomprensione, di integrazione, di difficoltà nell’esprimersi in lingua, durante la sua immigrazione in Piemonte e nel Lazio ed emigrazione in Francia, ma è sempre stato capace di uscirne vincente.

I suoi problemi erano comuni ai tanti ragazzi del Sud, usati come carne da cannone nelle guerre, per difendere interessi non loro e sfruttati nel lavoro delle braccia in terre lontane, mentre le loro restavano incolte.

Nell’ascoltare la storia di Tonio, ammiravo l’esordio della sua opera artistica, da cui già si coglieva una tensione spirituale verso l’alto e mi chiedevo se questa persona avesse due anime: quella dell’uomo che si batte per la vita materiale e quella dell’artista che si libera dalle scorie del suo profondo, per compensarsi nella sublimazione trascendentale dell’arte.

In realtà la vita di Tonio aveva sempre corso su due binari: uno fatto di lavoro, di progetti economici e familiari, di lotta per farsi strada nella società; sull’altro binario, invece, correva la sua anima interiore, che sapeva cogliere i segni dello Spirito nelle tante vicissitudini della vita, tra cadute e risalite, in un continuo lavoro di introspezione interiore.

Mi sono da subito interessata alla vita di Tonio ed ho pensato di farlo diventare il personaggio protagonista di una storia di vita, ascoltando giorno dopo giorno le sue due anime, seguendo passo dopo passo i suoi due percorsi, senza trascurare i percorsi e le anime dei suoi compagni di viaggio, i quali, generosamente, mi hanno raccontato i loro vissuti, per certi aspetti molto simili ai suoi.

E così ho riflesso su questa storia, come un mosaico fatto di tanti spezzoni di vita, lo specchio della realtà contadina e operaia di Matino, uno spaccato della realtà meridionale d’Italia, in uno scenario paesaggistico incantevole, qual è quello del Salento, sforzandomi di fondere in un connubio, i fatti di storia, di costume, di usanze, di tradizioni, a partire dagli anni trenta del Novecento, con richiami all’inizio del secolo, fino a sfiorare i nostri giorni; una fusione questa di documentazione scritta e verbale, elaborata in modo del tutto personale.

E proprio in omaggio al mondo contadino e operaio, ho voluto esprimere nel dialetto, alcuni proverbi, versi e parole, che diano un colore più vivo alle immagini rappresentate, ricordino le difficoltà d’integrazione della nostra gente e alimentino nei ragazzi di oggi, la voglia di documentarsi sulla lingua dei nonni, che tende ormai a scomparire.

Accanto al protagonista adulto, c’è un protagonista bambino, Nicolino, il nipote di Tonio, che chiede al nonno di ascoltare una storia vera sotto l’albero di Natale, accanto al fuoco che arde nel camino, mentre fuori cade, insolitamente, la neve.

Il nonno, incalzato dalle sue domande, ingenue all’apparenza, ma mature e intelligenti nell’essenza, trova più facilitato il percorso della narrazione.

Anche nonna Sara ha un ruolo importante, direi di supporto al quadro di vita domestica e familiare che accompagna la narrazione.

Alla fine, ogni personaggio si ritrova arricchito di umanità, perché l’uno sa ascoltare l’altro, ognuno si mette a servizio dell’altro, contribuendo insieme a favorire una vita a misura di uomo, gioioso nella quotidianità, dignitoso nelle immancabili avversità della vita.

A questo processo di formazione umana, contribuiscono anche i messaggi di anime eccelse che Tonio vede nei suoi sogni e nelle sue visioni, tra cui quattro personaggi illustri di Matino, che continuano la loro missione di educazione dall’aldilà e concludono questa storia in un’apoteosi di gloria celestiale, a cui tende, anche se inconsciamente, ogni animo umano, ancor più se questo avviene nel giorno di Natale.

Mi auguro che ogni personaggio mi abbia aiutato a raggiungere l’obiettivo educativo che mi sono proposto con questo lavoro.


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€ 14,00
Disponibilità: NON DISPONIBILE

pp.260, brossura 14x20

 Un giorno ho incontrato un artista artigiano, colpito da una malattia che gli impediva di camminare sulle sue gambe, dopo aver vissuto una vita all’insegna dell’operosità e della dedizione alla famiglia.

Costui, per riempire il suo tempo da invalido, ha pensato di realizzare un progetto, creando un’opera artistica, che fosse compendio dei principi religiosi, delle convinzioni etiche e artistiche della sua vita, di cui aveva colto i segni in episodi inspiegabili.

Alimentato da una profonda fede cristiana, aveva considerato le fasi difficili della sua esistenza, come prove, da cui riusciva ad uscirne solo con la preghiera e l’intercessione divina.

Non era stata facile la sua vita: nato in una famiglia povera, negli anni difficili che precedettero la seconda guerra mondiale, aveva abbandonato la scuola in tenera età, perché si sentiva frustrato dalla sua maestra, una suora, che discriminava i bambini poveri e sprovveduti a vantaggio dei ricchi.

Così decise di aiutare la famiglia, portando a casa un po’ di denaro, guadagnato con il lavoro delle sue piccole mani.

Con il tempo, sviluppò una profonda sensibilità ai problemi degli ultimi, maturò delle doti umane speciali, che gli consentirono di vivere con maturità ogni esperienza, se pur nelle ristrettezze economiche di un paese pugliese dell’estremo Sud: Matino.

La sua vita s’intreccia a quelle di molte altre persone, che con lui hanno condiviso itinerari similari, nei tempi duri della guerra, del dopoguerra, dell’emigrazione.

Le ricadute di questi eventi prostravano le loro famiglie, in cui bambini, mogli e madri facevano la loro guerra con la miseria e con la fame, mentre padri, mariti e figli combattevano sui campi di battaglia, talvolta senza capire le cause e le conseguenze della guerra, attratti da ideologie inculcate, da promesse fatte e non mantenute, nella speranza di assicurarsi condizioni di vita migliori.

Da adolescente e da giovane, Tonio ha affrontato tanti problemi di incomprensione, di integrazione, di difficoltà nell’esprimersi in lingua, durante la sua immigrazione in Piemonte e nel Lazio ed emigrazione in Francia, ma è sempre stato capace di uscirne vincente.

I suoi problemi erano comuni ai tanti ragazzi del Sud, usati come carne da cannone nelle guerre, per difendere interessi non loro e sfruttati nel lavoro delle braccia in terre lontane, mentre le loro restavano incolte.

Nell’ascoltare la storia di Tonio, ammiravo l’esordio della sua opera artistica, da cui già si coglieva una tensione spirituale verso l’alto e mi chiedevo se questa persona avesse due anime: quella dell’uomo che si batte per la vita materiale e quella dell’artista che si libera dalle scorie del suo profondo, per compensarsi nella sublimazione trascendentale dell’arte.

In realtà la vita di Tonio aveva sempre corso su due binari: uno fatto di lavoro, di progetti economici e familiari, di lotta per farsi strada nella società; sull’altro binario, invece, correva la sua anima interiore, che sapeva cogliere i segni dello Spirito nelle tante vicissitudini della vita, tra cadute e risalite, in un continuo lavoro di introspezione interiore.

Mi sono da subito interessata alla vita di Tonio ed ho pensato di farlo diventare il personaggio protagonista di una storia di vita, ascoltando giorno dopo giorno le sue due anime, seguendo passo dopo passo i suoi due percorsi, senza trascurare i percorsi e le anime dei suoi compagni di viaggio, i quali, generosamente, mi hanno raccontato i loro vissuti, per certi aspetti molto simili ai suoi.

E così ho riflesso su questa storia, come un mosaico fatto di tanti spezzoni di vita, lo specchio della realtà contadina e operaia di Matino, uno spaccato della realtà meridionale d’Italia, in uno scenario paesaggistico incantevole, qual è quello del Salento, sforzandomi di fondere in un connubio, i fatti di storia, di costume, di usanze, di tradizioni, a partire dagli anni trenta del Novecento, con richiami all’inizio del secolo, fino a sfiorare i nostri giorni; una fusione questa di documentazione scritta e verbale, elaborata in modo del tutto personale.

E proprio in omaggio al mondo contadino e operaio, ho voluto esprimere nel dialetto, alcuni proverbi, versi e parole, che diano un colore più vivo alle immagini rappresentate, ricordino le difficoltà d’integrazione della nostra gente e alimentino nei ragazzi di oggi, la voglia di documentarsi sulla lingua dei nonni, che tende ormai a scomparire.

Accanto al protagonista adulto, c’è un protagonista bambino, Nicolino, il nipote di Tonio, che chiede al nonno di ascoltare una storia vera sotto l’albero di Natale, accanto al fuoco che arde nel camino, mentre fuori cade, insolitamente, la neve.

Il nonno, incalzato dalle sue domande, ingenue all’apparenza, ma mature e intelligenti nell’essenza, trova più facilitato il percorso della narrazione.

Anche nonna Sara ha un ruolo importante, direi di supporto al quadro di vita domestica e familiare che accompagna la narrazione.

Alla fine, ogni personaggio si ritrova arricchito di umanità, perché l’uno sa ascoltare l’altro, ognuno si mette a servizio dell’altro, contribuendo insieme a favorire una vita a misura di uomo, gioioso nella quotidianità, dignitoso nelle immancabili avversità della vita.

A questo processo di formazione umana, contribuiscono anche i messaggi di anime eccelse che Tonio vede nei suoi sogni e nelle sue visioni, tra cui quattro personaggi illustri di Matino, che continuano la loro missione di educazione dall’aldilà e concludono questa storia in un’apoteosi di gloria celestiale, a cui tende, anche se inconsciamente, ogni animo umano, ancor più se questo avviene nel giorno di Natale.

Mi auguro che ogni personaggio mi abbia aiutato a raggiungere l’obiettivo educativo che mi sono proposto con questo lavoro.

Dettagli
Dati Descrizione
EAN 9788863281064
Autore Romano Maria
Editore AKKUARIA
Data pubblicazione 2011/03
Categoria Narrativa
Pagine 261
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