pp.172, brossura Qohélet in idiaoma salentino propone un percorso interpretativo - traduttivo di questo testo del tutto originale, inaspettato nella catena di rimandi tra testi, di traduzioni possibili ed effettive. E’ un percorso che proprio in quanto linguisticamente sorprendente induce a riflettere sul linguaggio, o meglio su Qohélet come linguaggio. Secondo la logica dell’ars combinatoria, con un numero finito di pezzi, il linguaggio, come congegno di modellazione primaria, è in grado di produrre un numero infinito di mondi effettivi, immaginari o soltanto possibili. La parola ebraica ‘Qohélet’ significa "colui che parla in assemblea" colui che prende la parola e parlando interpreta. La traduzione in dialetto salentino di San Pietro rende la poeticità di Qohélet, come una "versione di versioni" e il traduttore effettivamente risulta "traduttore dei traduttori". "Qohélet o quiddru ca parla a minzu a lla chiazza e tte cunta comu ete la vita" Qohélet prende la parola nella pubblica piazza di molteplici culture, lingue e tradizioni, e sin dall’inizio, nelle sue parole prese dal popolo e rivolte al popolo, si preannuncia il vitale coinvolgimento con l’altro "