Cd Audio contenente 14 tracce.
Ambasciatore del fado in Italia ed eccellente chitarrista, Marco Poeta coltivava da diverso tempo l’idea di realizzare un disco che coniugasse le malinconiche sonorità portoghesi con la sua passione per la tradizione musicale salentina, nata grazie alla frequentazione con Daniele Durante con il quale, recentemente ha collaborato per la realizzazione di “Damuli n’autra botta – Antologia licenziosa dei trenta canti e pizziche del Salento” del 2013 e “Ballata Salentina di Rina Durante”. A fare il resto è stato l’ascolto di “Terra e Sale” dei Ghetonìa nei cui solchi ha scoperto la voce intensa di Roberto Licci, e dopo un primo incontro avvenuto grazie al comune amico Daniele Durante, ha preso vita l’idea di dare vita e forma al suo progetto. E’ nato, così, “Mia spitta no coração”, disco realizzato con il sostegno di Puglia Sounds Record e registrato presso i Pink House Agristudios di Monsano (An) tra l’8 e l’11 maggio del 2015, e nel quale hanno raccolto quattordici brani, tra tradizionali salentini e portoghesi e composizioni originali, che nel loro insieme compongono un intrigante viaggio che dal Salento giunge in Portogallo, unendo la malìa dei canti della Grecìa Salentina e la poesia del fado. Ad accompagnare Marco Poeta (chitarra portoghese, chitarra acustica 6 e 12 corde), e Roberto Licci (voce e chitarra acustica), sono Roberto Picchio (fisarmonica), e Maurizio Scocco (basso elettrico) con l’aggiunta di Emilia Ottaviano, già voce dei Ghetonìa fino alla fine degli anni Novanta. Durante l’ascolto si scopre come in modo sorprendente le melodie della tradizione salentina si integrino nelle strutture musicali del fado, esaltando tutto il lirismo di cui è intriso il griko. Ad aprire il disco è il nostalgico canto d’amore “Comu è bellu cu bai pe' mare” con la voce di Licci che tocca le corde dell’anima avvolta dalle trame chitarristiche di Poeta. Si prosegue con il canto di carcere “Cesarina” che ci introduce alla splendida versione di “Imasto kecci” dal repertorio dei Ghetonìa nel cui finale brilla l’assolo di Poeta alla chitarra portoghese. Se “Lu rusciu de lu mare”, cantata magistralmente dalla Ottaviano ed impreziosita dalle sonorità del fado, ritrova la sua originaria forza evocativa, lo strumentale “Lacrime Salentine”, firmato da Marco Poeta, è uno dei vertici di tutto il disco sia per la qualità della composizione quanto per l’eccellente esecuzione. Il canto d’amore “La Cerva” ci conduce nel cuore del disco dove spiccano il tradizionale griko “Oriamu pisulina”, e le belle riletture di “Moretto” e “La Turtura”. Si torna in Portogallo con lo strumentale “O fantoche”, a cui seguono in successione le intense “Damme Nu Ricciu”, “Matinata (Kali nifta)” e “Aremu Rendineddha, che ci riportano nel cuore di Lisbona con la conclusiva “Fado dois tons” in cui ancora una volta protagonista è la chitarra di Poeta. “Mia spitta no coração” è, dunque, un disco da ascoltare con attenzione per cogliere l’intreccio di due tradizioni musicali solo in apparenza lontane.
Articolo tratto da http://www.blogfoolk.com/2015/12/marco-poeta-roberto-licci-mia-spitta-no.html